Dal 13 al 15 marzo torna a Dusseldorf l’appuntamento con ProWein, la fiera internazionale del vino di qualità più importante d’Europa. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese sarà presente al padiglione 16 stand A70 per dar vita a una grande azione pre competitiva dedicata all’intera zona di produzione, che ha voglia di aprirsi e internazionalizzarsi per dare valore ai suoi pregiati vini e spumanti al fine di raggiungere nuovi posizionamenti di mercato.
Il Consorzio darà vita a un grande banco d’assaggio, a uno spazio info point, pensato per il business e l’informazione sulla quarta zona vitivinicola d’Italia, ma creerà anche una grande vetrina sul territorio, con immagini che porteranno in terra tedesca le colline del Pinot nero italiano.
A ProWein il Consorzio darà anche vita a un’azione mirata a favorire l’enoturismo e l’incoming sul territorio, in sinergia con la Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese presieduta da Roberto Lechiancole e con il tour operator PromoFast. Partner del Consorzio sarà la prestigiosa rivista Vinum (il magazine internazionale di settore più autorevole in Germania e Svizzera), che parlerà del territorio nel suo speciale dedicato a ProWein e che ospiterà all’interno del suo stand, nel padiglione tedesco (il più visitato), due degustazioni tecniche guidate: la prima dedicata al Pinot nero in rosso (domenica); la seconda incentrata sul Metodo Classico (lunedì).
Il direttore del Consorzio, Emanuele Bottiroli, parte da alcuni dati: “Dobbiamo internazionalizzare vini e territorio un po’ per scelta e un po’ per necessità. I dati dell’osservatorio internazionale dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) attestano un consumo di vino calato del 6% nel 2014 a 20.4 milioni di ettolitri. Si è al minimo storico. I principali istituti di ricerca e statistica nazionali fotografano consumi interni sotto i 30 litri pro capite nel 2015, contro i 45 del 2007. Il vino italiano di qualità ha bisogno di diversificazione, di target e di mercati”.
Di qui la scelta del Consorzio d’insistere sulle missioni oltre confine: “E’ un tema che sta influenzando il dibattito anche nell’ambito della profonda opera di revisione dei disciplinari di produzione in cui il nostro consiglio d’amministrazione allargato è impegnato, con il supporto di Unione Italiana Vini e Università di Milano. I nostri produttori non possono essere confinati in un recinto multi regionale o solo nazionale, dove la ristorazione soffre e la grande distribuzione diventa padrona dei giochi. Bisogna guardare oltre confine”.
E il Consorzio intende farlo con strategia: “A fine mese presenteremo il programma della “Oltrepò Export Academy”, con nomi illustri del panorama italiano e internazionale. Dobbiamo investire le energie in percorsi costruttivi e lo faremo, senza fermarci alla rincorsa del singolo evento disgiunto da un piano d’insieme. Porteremo i produttori a lezione d’Inglese tecnico, allo studio dei trend di mercato, all’analisi del corretto abbigliaggio delle bottiglie per i diversi mercati esteri, a iniziative collettive mirate ai singoli prodotti-bandiera, a degustazioni comparative per conoscere meglio con chi dobbiamo competere nel mondo e ai concorsi enologici di respiro globale. Studieremo anche, con il supporto di esperti, come si è evoluto il gusto del consumatore a livello internazionale. Non basta più dire che il vino è buono perché così piace a noi e piaceva ai nostri padri, dobbiamo riflettere in cerchio sulle mutate abitudini dei winelovers, da quelli italiani a quelli che abitano dall’altra parte del mondo”.
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