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(24/11/2016) - Osmizza d'inverno da Gabì, a Trieste, da domenica 25 novembre a giovedì 8 dicembre 2016

Come sempre ottimi salumi, sottaceti e verdure e i vini dell'Azienda Agricola Cernigoj Gabrijel – Gabì wines

Osmizza d'inverno da Gabì, a Trieste, da domenica 25 novembre a giovedì 8 dicembre 2016

Dal 25 novembre 2016 alle 11:00 all' 8 dicembre 2016 alle 23:23
Osmizza Longera
Strada per Longera, 269 - Triestehttps://www.facebook.com/events/198826833907566/

Spieghiamo, grazie a Wikipedia, cos'è l'osmizza (o anche osmiza), in sloveno osmica.

Osmizza
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Sull'altopiano del Carso, diviso tra Italia e Slovenia, l'osmizza è un luogo dove si vendono e si consumano vini e prodotti tipici (quali uova, prosciutti, salami e formaggi) direttamente nei locali e nella cantine dei contadini che li producono.
Le osmizze sono tipiche di tutto l'altipiano carsico.
Sono diffuse in tutta la provincia di Trieste e, in misura minore nel Litorale sloveno: nella Valle del Vipacco, nell'Istria slovena (nei comuni di Capodistria e di Isola). Inoltre al di fuori di queste zone, una volta facenti parte del Litorale Austriaco, l'osmizza è diffusa sicuramente in Austria (Stiria, Carinzia), Carniola, e altri luoghi dell' ex Impero Austroungarico. (A Vienna viene chiamata Heuriger, mentre in Carinzia Buschenschank).

Storia
L'usanza è molto antica, può farsi risalire all'epoca di Carlo Magno quando l'Istria e Tergeste vennero abbandonate dai bizantini ed entrarono a far parte del Regno franco. Un'ordinanza di Carlo Magno concedeva a tutti i viticoltori dell'Impero il diritto di vendere direttamente il loro vino segnalando tale attività con l'esposizione di una frasca di edera.

Diversi documenti attestano l'esistenza delle osmizze in periodo medioevale.
Uno, del 1430, riporta come i contadini di Prosecco presso Trieste sostenessero che il loro vino sfuso venduto sul posto fosse esente da dazi.
L'antica usanza fu quindi restaurata, ristabilendone un preesistente radicato diritto, con un decreto del 1784 emanato da Giuseppe II d'Asburgo. Il decreto permetteva agli agricoltori di vendere vino sfuso prodotto in casa per un periodo di otto giorni. Il termine osmizza viene da osem che significa “otto” e indicava la durata della concessione del periodo di apertura, di otto giorni appunto, delle osmizze.

(DE)
« (und geben hingegen) jedem die Freiheit, die von ihm selbst erzeugten Lebensmittel, Wein, und Obstmost zu allen Zeiten des Jahres, wie, wann und zu welchem Preis er will, zu verkaufen oder auszuschenken. »
(IT)
« Era consentito a chiunque di vendere generi alimentari, vino e mosto di frutta da lui stesso prodotti in tutti i periodi dell'anno, come, quando ed ai prezzi voluti »
(Cesare Fonda, Andar per frasche, Ed. "Italo Svevo", Trieste, 1997, p. 11)
L'osmizza in tali casi doveva essere indicata con una frasca in bella vista lungo la strada e sulla casa, pena la confisca.

Ancor oggi, a turno, i contadini del Carso aprono le loro cantine ed appendono delle frasche nelle vicinanze in modo da guidare gli avventori alle loro case. Il periodo di apertura può essere superiore agli otto giorni e viene calcolato sulla base della quantità di vino prodotto. La scelta del periodo è a discrezione dei contadini.

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