Una bella storia di collaborazione, iniziata con quella che doveva essere una lezione tenuta con zoom all'Università di Padova dal nostro Mauro Giacomo Bertolli, invitato dai docenti Luca Agostinetto e Marco Ius, nell’ambito del corso di Comunicazione dell’Enogastronomia (per il corso di studi di Scienza e Cultura della Gastronomia dell’Università di Padova). Mentre si organizzava il tutto, la lezione è diventata in presenza, con una degustazione di vini in aula, il coinvolgimento di personalità del mondo del vino, di case vinicole, del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, fino ad arrivare a realizzare una tavola rotonda a Broni e a molto altro…..se vuoi saperne di più CLICCA QUI
Questo bell’articolo di Luca Rossi è uno dei tanti risultati finali del progetto
Buttafuoco Storico Vigna Solenga. La tradizione del Buttafuoco secondo Fiamberti
Siamo in Oltrepò Pavese, una vasta area geografica in provincia di Pavia che parte dal fiume Po e arriva alle pendici dei primi Appennini. L’ambiente offre luoghi di raro incanto: sentieri naturalistici, ville ottocentesche e gli immancabili colli bordati da vigneti centenari. IWC Aquatimer Replica
Grazie al suo clima mite derivato dalla sua esposizione al sole e dalla presenza di cime che proteggono dai venti, l’Oltrepò Pavese, è un’area ben predisposta alla vitivinicultura e costituisce circa il 70% della produzione Lombarda.
Dai vini rossi, vivaci o frizzanti, di facile beva fino a bottiglie più importanti, spiccano etichette come il Buttafuoco, la Barbera e la Bonarda, oppure gli spumanti, passando ai vini da dessert come il Sangue di Giuda e il vino Moscato.
In questo territorio, l’azienda agricola Fiamberti produce vini di successo a partire dall’acquisto della Vigna Solenga da parte di Giovanni Fiamberti nel 1814. Nel Novecento, saranno poi Ambrogio Fiamberti e il figlio Pietro a portare avanti l’azienda, superando le difficoltà del periodo.
La Creazione di un marchio aziendale e la crescita della produzione comportò l’ampiamento delle zone di produzione e la costruzione di una nuova cantina in zona Chiozzo, ad opera di Giuseppe Fiamberti, figlio di Pietro. A partire dall’introduzione del marchio aziendale con il leone rosso negli anni Sessanta, sono state introdotte diverse innovazioni, tra cui il primo metodo classico, il Bonarda rifermentato in Autoclave e il Buttafuoco storico vigna Sacca del Prete.
Alla fine degli anni Novanta, Giulio, figlio di Ambrogio, entra in azienda e ne diventa poi proprietario dal 2007. Tutt’ora porta avanti l’attività con passione e sguardo al futuro.
Il Buttafuoco è uno dei vini storicamente prodotti nel nordest dell’Oltrepò, ottenuto da uva Barbera, Croatina, Uva rara e Ughetta, da disciplinare coltivata in determinati comuni della provincia di Pavia. Il nome sembra derivare dal dialettale “al buta me al fogh” che significa “scalda-risveglia come il fuoco”, il che riflette il carattere forte del vino stesso.
Un'altra spiegazione è legata all’effige adottata dal Club del Buttafuoco Storico: un ovale, rievocazione della botte tipica dell’Oltrepò Pavese, contiene l’immagine di un veliero con vele infuocate, chiuso da due nastri rossi rappresentativi dei due torrenti, il Vespra e Scuropasso, che delimitano la zona storica di produzione. Il veliero sta a ricordare un’imbarcazione dalla marina austro-ungarica con il nome “Buttafuoco”, in ricordo di una battaglia perduta da una compagnia di marinai imperiali. Questi avevano l’ordine di dare man forte alle truppe sulle colline dell’Oltrepò, ma il vino del luogo ebbe più successo nell’attirare i soldati del fuoco della battaglia, trovati il giorno dopo completamente ubriachi in una cantina sulle cui botti era scritto il nome del “micidiale” vino Buttafuoco.
Club Buttafuoco Storico Ambrogio Fiamberti è uno dei fondatori del club del Buttafuoco storico, nato nel 1996. Ad oggi ne fanno parte 16 produttori con l’intento di collaborare nella ricerca delle caratteristiche storiche, nella selezione delle vigne più vocate, nel controllo della produzione e nella promozione di questo vino. Una sfida importante senza incoscienza, ma con la convinzione di poter guerreggiare ad armi pari con i grandi vini italiani e internazionali. Un’avventura del tutto nuova per l’Oltrepò: arrivare ad avere un vino della tradizione paradossalmente nuovo, realizzato con criteri inconsueti per le cantine del luogo. Un vino fermo, con una produzione limitata, volta alla qualità attraverso l’abbattimento dei grappoli in esubero, in contrapposizione alla tipologia di vino vivace o frizzante tipica dell’immaginario di produzione della zona. Dal 1996 viene adottato un rigido regolamento per la produzione, il quale regola l’utilizzo delle sole vigne della zona storica di produzione, il rispetto dell’ambiente e la ricerca della massima qualità, oltre a precisare tempi e metodologie di vinificazione. Prima di poter applicare il marchio, il vino viene valutato da una commissione di cantina che ne attribuisce un punteggio |
La vigna Solenga è la culla del Buttafuoco Fiamberti e si snoda fra assolate e ripide pendenze tra i comuni di Canneto Pavese e Stradella. L’uva è raccolta a mano (circa 70 quintali per ettaro), date le ripide pendenze del vigneto e l’inerbimento tra i filari è fatto senza uso di diserbanti.
L’annata 2016 del Buttafuoco Storico Vigna Solenga ad opera dell’Enologo Giulio Fiamberti porta avanti la grande storia di questo vino confermandone la sua grande tradizione e qualità. Da poco entrata in commercio, è stata insignita di diversi premi tra i quali i tre bicchieri della guida del Gambero Rosso.
La vinificazione avviene in vasche di cemento con utilizzo di lieviti indigeni. La macerazione delle bucce a cappello sommerso dura 50 giorni con rimontaggi quotidiani e follature ogni 2 giorni, fino al termine della fermentazione alcolica. La maturazione dura per circa 2 anni e mezzo in botti di rovere, una parte in barrique e una in tonneau e infine affin in bottiglia per almeno 7 mesi.
Alla vista, il vino presenta un intenso colore rosso rubino che preannuncia la sua complessità aromatica. Al naso spicca un complesso di note di frutta rossa, spezie, caffè, con sentori di liquirizia. In bocca è ben caldo, di gran corpo e struttura e presenta una spiccata predisposizione all’invecchiamento. Ben si abbina a carni rosse, selvaggine, bolliti, brasati e stufati.
Luca Rossi
|