Giunto all’undicesima edizione, il Premio “Leonildo Pieropan” – dedicato alla memoria del vignaiolo di Soave, tra i fondatori di FIVI – è stato negli anni assegnato a figure di riferimento come Sergio Mottura, Emidio Pepe, Costantino Charrère, Ampelio Bucci e molti altri.
Ecco come la FIVI ha motivato la propria scelta: «Non sono molti i Vignaioli in Italia che possono essere definiti “pionieri”. Tra questi sicuramente merita di essere citato Paolo De Marchi, un uomo che è riuscito a rendere la propria visione un fatto concreto, anticipando scelte e strategie che sono poi diventate di senso comune, nel mondo del vino italiano. Nel 1976, appena venticinquenne, prende in mano l’azienda fondata dal padre vent’anni prima, nei borghi chiantigiani di Isole e Olena. Sono gli anni che seguono la fine della mezzadria, nei quali le campagne italiane si trovano a un bivio: isolamento, abbandono e spopolamento, o investimenti, innovazione e sguardo rivolto al futuro, per dare all’agricoltura nuove traiettorie di sviluppo. Paolo De Marchi prende la seconda strada, studia i suoli dei vigneti aziendali, con la selezione massale migliora la qualità di vitigni autoctoni come il Sangiovese, riconosce la vocazione di quei luoghi per vitigni internazionali come Chardonnay, Syrah, Cabernet Sauvignon. Nascono così vini iconici come il Cepparello, che portano Isole e Olena ad essere conosciuta in tutto il mondo. Dopo oltre mezzo secolo, l’avventura nel Chianti termina e ne inizia un’altra, insieme al figlio Luca, in uno storico territorio vitivinicolo italiano, Lessona, nel quale Paolo con fiducia e passione mette a disposizione tutta la sua enorme esperienza per risollevare le sorti di una “zona a denominazione dimenticata”. La storia professionale di Paolo De Marchi condensa e racchiude una parte importante della storia della viticoltura italiana, e dei Vignaioli in particolare: l’uscita dalla società contadina e la modernizzazione, l’apertura al mondo e la ricerca costante della qualità, l’innovazione del lavoro e del prodotto valorizzando la tradizione e le vocazioni territoriali, la necessità di affrontare scelte complesse di fronte alle sfide del passaggio generazionale e della stabilità aziendale. Sempre in bilico tra successi e difficoltà, tra entusiasmi e avversità, ma non dimenticando mai che tutto inizia nella terra, di cui i Vignaioli devono continuare a pensarsi custodi, prima ancora che proprietari».

FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’organizzazione senza scopo di lucro nata nel 2008. Si propone di promuovere e tutelare la figura, il lavoro, gli interessi e le esigenze tecnico-economiche del Vignaiolo Indipendente italiano, inteso quale soggetto che attua il completo ciclo produttivo del vino, dalla coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione del prodotto finale. Attualmente sono quasi 1.800 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di oltre 17.000 ettari di vigneto. Il Marchio FIVI raffigura “Ampelio”, immagine di un Vignaiolo che porta una cesta d’uva sulle spalle e la cui ombra prende la forma di una bottiglia. In questa figura è riassunto tutto quello che per la FIVI significa essere Vignaioli, impegnati quotidianamente in un processo che segue l’intera filiera di produzione, operando costantemente per custodire, tutelare e promuovere il territorio di appartenenza. |