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(27/03/2012) - Tavola rotonda al Vinitaly 2012: “Il Lambrusco, un futuro da protagonista”

Dopo l'enorme successo di vendite ottenuto sui mercati nazionali e mondiali, il rosso modenese e reggiano è atteso dall'ultima sfida: comunicare al pubblico la sua eccellenza

Tavola rotonda al Vinitaly 2012: “Il Lambrusco, un futuro da protagonista”

Che il Lambrusco avesse ormai abbandonato l’etichetta di vino “minore” lo avevano già dimostrato i numeri del mercato, ma lo straordinario successo ottenuto dal vino emiliano ai padiglioni del Vinitaly di Verona è a dir poco sorprendente. Area espositori stracolma, visitatori da ogni parte del mondo e grande entusiasmo attorno al Lambrusco sono molto più che semplici indicatori del fatto che il sogno del successo è diventato realtà. E per confermare quello che è già visibile con un rapido sguardo ai padiglioni, oggi, nell’area Lambrusco Mio si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Il Lambrusco, un futuro da protagonista”.

La sfida del futuro per il Lambrusco modenese e reggiano riguarderà gli aspetti di immagine più che quelli produttivi. È questo il tema che ha trovato i partecipanti alla tavola rotonda tutti d’accordo.

La qualità del Lambrusco, infatti, ha oramai raggiunto livelli altissimi. Il rosso emiliano è ormai presente nei più importanti mercati mondiali. Il Brasile apprezza le sue qualità, lo stesso vale per Germania e Stati Uniti. Addirittura un terzo delle importazioni americane sono di Lambrusco.

Le criticità del passato sono in via di superamento anche grazie al lavoro svolto negli ultimi anni sul territorio modenese e reggiano. Un progetto di crescita che ha coinvolto istituzioni, associazioni di categoria e, soprattutto, i produttori.
Come ha ricordato Pierluigi Sciolette, presidente del Consorzio Marchio Storico  dei Lambruschi Modenesi, “Negli ultimi 15 anni si è assistito ad un’evoluzione senza precedenti del settore del vino. Abbiamo introdotto la vendemmia meccanica, abbiamo trasformato le cantine, migliorato la qualità del prodotto e approntato un nuovo progetto di marketing”.
Anche Roberta  Rivi, assessore all’Agricoltura della Provincia di Reggio Emilia, è sicura che il lavoro svolto negli ultimi anni ha reso possibile questo straordinario successo: “C’è stato un vero e proprio salto culturale. Il progetto di zonazione, l’ammodernamento e il lavoro svolto sulla sanità della vite hanno richiesto investimenti importanti ma il loro esito positivo è davanti agli occhi di tutti”.

Anche le tipologie si stanno differenziando. Le diverse identità del Lambrusco del territorio reggiano e modenese non solo vanno rispettate, ma possono essere anche un punto di forza in fatto di vastità della gamma . Si va dal “Lambrusco di Sorbara”, più floreale, passando per il “Lambrusco di Grasparossa”,  leggermente fruttato, mentre il “Lambrusco Reggiano” abbraccia il sapore di frutta matura. Gusti diversi che vanno incontro alle esigenze differenziate del consumatore.

La moda del vino è fortemente connessa al valore simbolico che un determinato prodotto trascina con se. Un fattore di successo che il Lambrusco potrebbe facilmente adoperare per offrire al pubblico un'immagine precisa. “La comunicazione sta andando nel senso sbagliato, è troppo tecnica. C'è bisogno invece di un racconto che passi attraverso l'identità di un territorio. Il Lambrusco è fortemente avvantaggiato da questo punto di vista dato che possiede un'anima popolare di forte presa sul pubblico” ha commentato Giorgio Melandri, giornalista del Gambero Rosso e mediatore dell'incontro.
Il giornalista gastronomico ha poi chiarito qual'è il segreto dell'enorme successo che il Lambrusco sta riscontrando sul mercato. “C'è una moda che si è affermata nel pubblico, quella del residuo zuccherino molto elevato. Una caratteristica che il vino emiliano possiede”.


Anche il banco di prova della tavola promuove il rosso emiliano. Un connubio che secondo Melandri andrebbe sfruttato per comunicare con il pubblico. “Il futuro del vino passa anche da questa narrazione. È necessario che dei testimoni come gli chef, personaggi di forte presa sul pubblico, diventino un punto di riferimento per il territorio. Il loro legame con il vino deve essere utilizzato per la narrazione”.
La testimonianza diretta di Gianni D'Amato, due stelle Michelin per il suo ristorante di Reggiolo, conferma quanto detto durante l'incontro al Vinitaly. “Negli ultimi anni ho potuto abbinare le diverse identità del Lambrusco a tutti i miei piatti. Ho notato grande curiosità e apprezzamento attorno a questo vino anche da parte dei clienti stranieri”.

I dati dimostrano che il lavoro svolto negli ultimi anni ha portato i suoi frutti. Il Lambrusco è il vino italiano più commercializzato sui mercati nazionali ed esteri. I numerosi tentativi di imitazione sono più che una prova del successo del rosso modenese e reggiano. Ora sta agli esperti di comunicazione guidare questi D.O.P. all'apice del successo.

Pietro Marco Fraccalvieri

 


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