L’Emilia Romagna all'avanguardia nelle tecniche eco innovative. Sono stati presentati oggi, nell’area Lambrusco Mio del padiglione 1, i risultati del Progetto Europeo Winenvironment “Salvaguardia dell’ambiente in viti-vinicoltura”.
Sono intervenuti: Gian Domenico Tomei, assessore all’Agricoltura della Provincia di Modena, Pierluigi Sciolette, presidente del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi, Jean Michelle Desseigne e Sophie Penavayre, dell’Institut Francais de la vigne nonché curatori del progetto.
Hanno inoltre partecipato i tre enologi delle tre cantine emiliane che hanno preso parte al progetto: Sandro Cavicchioli, per la Cantina Cavicchioli, Erennio Reggiani, per la Cantina di Carpi, e Marco Simoni, per ASTRA Innovazione e Sviluppo.
L’obiettivo del progetto è di promuovere nuove tecniche eco innovative nei diversi paesi europei. Lo scopo è quello di dimostrare tecniche ecologiche innovative e una metodologia che contribuisce alla salvaguardia ambientale in viticoltura e durante la produzione di vino. La cultura della vite, infatti, è una delle culture che hanno i peggiori effetti sull’ambiente. Il consumo di acqua, ad esempio, è altissimo nelle cantine, in più rappresenta anche una forte voce di spesa.
Il progetto, avviato nel 2009, si è concluso da poco e, per quanto riguarda la parte italiana, ha coinvolto tre aziende modenesi di diversa grandezza in modo da poter sperimentare diverse situazioni di intervento (le Cantine Cavicchioli&Figli, la Cantina sociale di Carpi e Astra - Innovazione e Sviluppo). Le restanti aziende coinvolte si dividono tra Francia, Spagna, Portogallo e Ungheria.
Sono stati effettuati 15 test in diverse cantine europee che hanno permesso di raccogliere dati significativi per quanto riguarda gli sprechi di acqua ed energia correlati al processo di raccolta e trasformazione dell’uva. Successivamente sono state testate due metodologie eco-innovative in grado di combinare contemporaneamente benefici ambientali ed economici.
I fogli filtranti Becopad, sviluppati da Begerow, hanno restituito risultati significativi. Il sistema Bergerow ha dimostrato di poter ridurre significativamente sia i consumi idrici per il lavaggio e risciacquo che le perdite per gocciolamento. I fogli, altamente resistenti,contengono filtri in cellulose senza alcuna fibra minerale.
Stesso discorso per il sistema PIG dell’INOXPA, che ha ridotto sensibilmente consumi idrici e caratteristiche inquinanti delle acque reflue.
Il metodo QUALENVI, invece, è un metodo di gestione ambientale sviluppato da Vignerons Independants di Francia, specifico per la coltivazione della vite e la produzione del vino. L’abbassamento dell’impatto ambientale delle cantine è stato rilevante, soprattutto in termini di riduzione dell’utilizzo delle acque, dell’energia e della produzione di rifiuti, aumentando il riutilizzo.
Soddisfatto l'assessore all’Agricoltura della Provincia di Modena Tomei. “La Provincia è aperta ai progetti europei perché permettono alle nostre aziende di migliorare la propria attività. I produttori locali hanno compreso l'importanza di questi progetti tant'è che collaborano gratuitamente alla sperimentazione e mettono a disposizione i risultati del loro lavoro. Salvaguardare le nostre risorse naturali e, contemporaneamente, migliorare l'efficienza aziendale credo sia un connubio vincente”.
Il presidente del Consorzio Pierluigi Sciolette loda gli ottimi risultati raggiunti dal Lambrusco. “Il nostro vino sta ottenendo successo internazionale, un risultato che si raggiunge solo con una qualità elevata. I produttori locali si sono impegnati per migliorare si la viticoltura che le fasi di trasformazione e di imbottigliamento e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Questo progetto porterà ulteriore innovazione al nostro sistema. Abbiamo bisogno di continuare ad investire in progetti simili perché ci permettono di ottenere aggiornamenti continui delle nostre tecnologie”.
Positivo anche il parere delle tre aziende modenesi coinvolte nel progetto. Per Sandro Cavicchioli “Winenvironment non è un logo da esporre al pubblico ma una vera e propria esigenza di riduzione dell'impatto ambientale e, perché no, dei costi. Un'esperienza positiva sia per la professionalità riscontrata che per l'alta tecnologia messa in campo”.
Dello stesso parere anche Erennio Reggiani: “La mia azienda era alla prima esperienza. È stato impegnativo ma ne è valsa la pena: ed esempio abbiamo imparato molto sul risparmio idrico nel lavaggio delle tubazioni. Abbiamo colto lo spirito dell'iniziativa e ci siamo sensibilizzati in fatto di tutela ambientale. Adesso siamo pronti a partecipare a progetti simili”. Marco Simoni sottolinea invece l'aspetto educativo del progetto: “Siamo una cantina piccola e, come tutti sanno, le piccole aziende sono anche abbastanza sprecone. Abbiamo fatto tesoro di questa esperienza, uno dei tanti piccoli passi che una cantina come noi deve fare per crescere”.
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