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Un bicchiere con i Consorzi di Tutela: il Moscato di Scanzo

Seconda puntata di " Un bicchiere con i Consorzi di Tutela", dopo il primo appuntamento dello scorso 12 aprile con il Consorzio dell'Oltrepò Pavese. Ora incontriamo il nuovo Presidente del Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo, Giacomo De Toma (Data pubblicazione 11-05-2010)

Un bicchiere con i Consorzi di Tutela: il Moscato di Scanzo

Pubblichiamo oggi la seconda puntata di un nuovo appuntamento fisso, che abbiamo chiamato " Un bicchiere con i Consorzi di Tutela", iniziato il 12 aprile, durante il Vinitaly, con il Consorzio dell'Oltrepò Pavese, nella persona del direttore Carlo Alberto Panont.

Ora abbiamo l'opportunità di incontrare il nuovo Presidente del Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo, Giacomo De Toma


Buonasera Presidente, abbiamo oggi l'opportunità di fare una chiacchierata sul Consorzio e sul vino che tutela, il Moscato di Scanzo, sicuramente uno dei migliori passiti rossi.


Siamo a poche settimane dalla conclusione del Vinitaly e dalla sua elezione, avvenuta il 15 aprile, quindi è forse il momento migliore per fare il punto della situazione.


State già programmando eventi per la primavera-estate?

Il Consorzio ha come principali iniziative la partecipazione a Vinitaly 2011 (7-11 aprile) e al prossimo VinExpo di Bordeaux, nel giugno 2011.

Ci potrà poi essere la partecipazione a qualche fiera specifica di passiti, come quella di Volta Mantovana,  o a noi vicina geograficamente come quella di Cremona.

    



ProWein di Dusseldorf, di cui tutti parlano bene, non lo prendete in considerazione?
Tutti effettivamente ne parlano bene, però noi dobbiamo gestire bene le nostre risorse. Siamo sì 25 consorziati, però è un consorzio fatto in gran parte di produttori con produzione limitata, per cui dobbiamo allocare le risorse nelle fiere più specifiche.
Bordeaux per noi è interessante perchè ci sono tutti i buyer americani e perchè andiamo in un'area in cui il Sauternes è di casa, per cui andare a presentare un passito rosso così particolare potrebbe essere una novità anche per la fiera in sè.

ll progetto di andare in Russia, a San Pietroburgo, nel prossimo giugno a presentare il Moscato di Scanzo, seguendo le orme del grande architetto Quarenghi alla corte degli Zar,  rimane o è accantonato?
Il progetto è un iniziativa importante, si erano già presi contatti con ambasciatore e console, si stava lavorando sulla parte organizzativa, ma alcune difficoltà incontrate hanno fatto sì che il progetto sia momentaneamente in sospeso.

Può spiegarci meglio quali sono state queste difficoltà?
Da un lato il fattore tempo: l'accavallarsi del Vinitaly e della situazione creatasi al Consorzio con le nuove nomine e la riorganizzazione interna ha fatto sì che per oltre un mese non ci sia stata la possibilità di lavorare al progetto San Pietroburgo, rendendo quindi impossibile realizzarlo quest'anno.
Dall'altro l'aspetto economico: alcuni finanziamenti promessi non sono ancora arrivati, per cui si tratterebbe di anticipare determinati fondi. Oltretutto si pensava di fare un discorso che coinvolgesse la popolazione di Scanzorosciate: immaginavamo di portare 200 persone a San Pietroburgo, ma l'alto costo del viaggio, 900,00 €, rispetto alla sua durata, 3-4 giorni, ha fatto sì che solo una sessantina di persone si siano rivelate disponibili a partecipare. Il numero di adesioni inferiori al previsto ha ulteriormente complicato la possibilità di contenere i costi del viaggio, per cui abbiamo deciso di sospendere momentaneamente l'iniziativa, per meglio verificare la possibilità di reperire sponsor e risorse e riproporla eventualmente in futuro.

Avete pensato di fare un evento, una bottiglia commemorativa, o altro collegato al discorso del Raduno Nazionale degli Alpini (8 maggio a Bergamo) ?
In realtà non abbiamo progettato nulla, un po' perchè su questo ha lavorato molto il nostro vicino, il Consorzio di Tutela del Valcalepio, un po' perchè la tipologia del Moscato di Scanzo poco si presta ad una manifestazione come questa.
Oltretutto al momento è difficile reperire un numero di bottiglie sufficiente per organizzare un qualcosa di specifico.

Mi sembra di capire che le prime iniziative di una certa importanza sono fra circa 1 anno, ovvero Bordeaux e Vinitaly. Nel frattempo, oltre a lavorare per queste, su cosa si concentrerà il consorzio?
Dobbiamo fare un enorme lavoro di riorganizzazione interna, individuare chi al nostro interno fa che cosa. La parola d'ordine è delegare.
Vogliamo strutturarci per avere al nostro interno chi si occupi di marketing e immagine, chi di amministrazione, chi di controllo e di contatto con Valore Italia, che ci supporti nel controllo qualitativo del nostro prodotto, chi di fiere, chi dei rapporti con le Istituzioni, ovvero Ministeri,  Regione, Provincia, Comune, etc.
Dal punto di vista tecnico abbiamo in mente di selezionare il clone del vitigno del Moscato di Scanzo, in modo di fare anche un brevetto sul clone. Questo è un progetto che  porteremo avanti con la Provincia di Bergamo

Mi sembra di capire che state andando nella direzione di una gestione collegiale del Consorzio.
Si, stiamo cercando di rendere il Consorzio uguale per tutti, grandi, piccoli, più famosi e meno famosi, e soprattutto di dare un servizio.
Questo grazie anche all'apporto della Dott.ssa Valoti, che da quest'anno rappresenta un punto fisso del Consorzio per ogni tipo di richiesta ed informazione dall'esterno e di aiuto e supporto per i nostri consorziati.

Nella nostra esperienza abbiamo visto che nei Consorzi i ruoli cardine sono 2: Presidente e Direttore. Il Presidente, soprattutto in quelli strutturati, è un ruolo politico, di rappresentanza ma molto poco operativo, mentre tendenzialmente è il Direttore che ha la vera operatività.
Qui invece non avete nominato un Direttore, ma un Segretario: questo vuol dire che il Presidente ha un ruolo anche operativo e non solo di rappresentanza e che il Segretario è un semplice coordinatore?
Domanda molto opportuna.
Ogni giorno siamo bombardati da iniziative, per cui di direttori ne servirebbero due, non uno.Tuttavia dobbiamo considerare che il nostro è un piccolo Consorzio, fatto da 25 aziende, certo con una sua identità, ma che deve fare i conti con i costi economici.
Noi abbiamo una superficie iscritta di 30 ettari per poco più di 60.000 bottiglie prodotte: numeri piuttosto limitati.
Dal punto di vista dimensionale siamo come un'azienda della Franciacorta di un certo tipo.
La funzione del Segretario, nella persona del Dott.Daldossi Silvio, per noi è importante dal punto di vista contabile, è un ruolo di verifica e controllo della situazione finanziaria del Consorzio stesso. Proprio perchè le risorse non sono moltissime devono essere gestite ed allocate con cautela ed in modo opportuno.
Il Presidente ha chiaramente un ruolo di rappresentanza del Consorzio, ma avendo ottenuto la delega dei Consiglieri si occupa anche di portare avanti le iniziative del  Consorzio.

Quindi non sarà previsto l'inserimento di una persona extra-produttori con il ruolo di Direttore?
Al momento no.
E' chiaro che il Consorzio sta andando avanti su nuovi impianti, quindi nuovi volumi produttivi, che sicuramente nei prossimi anni porterranno a raddopiare o triplicare il prodotto. Per questo cerchiamo già da adesso alcuni sbocchi all'estero, per permetterci di avere un canale di uscita per le nostre bottiglie. In futuro se ci sarà la necessità di avere un Direttore, perchè le aziende sono cresciute, sono stati fatti nuovi investimenti, noi non ci tireremo indietro.
Inoltre abbiamo un ottimo rapporto con il Comune di Scanzorosciate, per cui è chiaro che nuovi programmi investimenti sulla collina potrebbero trovare evoluzione grazie anche al contributo del Comune stesso.

Com'è il rapporto con la Strada del Vino?
Si chiama Strada dei Sapori Scanzesi, èd è nata sul territorio, non fa parte del circuito delle Strade del Vino della regione Lombardia.
Prevede da statuto l'iscrizione da parte di aziende vinicole, bar, ristoranti, alberghi, aziende agricole di ogni genere, quindi formaggi, latte, etc.
Rappresenta la strada enogastronomica del Comune. E' chiaro che il peso dei produttori del Moscato di Scanzo è considerevole, perchè probabilmente funge da maggior richiamo,  senza togliere nulla agli ottimi ristoranti ed alle altre realtà.
Il Consorzio si trova ad un bivio: noi riteniamo di dover andare in una direzione in cui il vino deve essere valorizzato per quello che è. La Strada dei Sapori Scanzesi è una passeggiata attraverso il nostro territorio in zone ben precise, storiche, vicino alla casa di Giacomo Quarenghi in Rosciate: molto suggestiva ma in cui forse non sempre si riesce a dare il giusto valore o il giusto ambiente a un vino di questo genere, per cui il Consorzio generalmente tende a non partecipare a questo evento, perchè lo vorrebbe impostato in modo diverso.
Quindi sono le singole aziende che decidono se partecipare o meno.

Pensare di realizzare una Strada del Moscato da collegare alle strade regionali?
In realtà la strada era nata per essere così, poi, essendo piccoli, ci servivano sponsor, tra cui anche il Comune, che si è detto disponibile a farla insieme, ma a patto di chiamarla Strada dei Sapori Scanzesi, in modo da aprire le porte non solo al Consorzio ma a tutte le realtà  dell'alimentare.
Ciò che invece è in programma, anche se non abbiamo deciso ancora dove e come, sarà fare, in location storiche in Bergamo, delle degustazioni in qualche week-end, sotto le feste di Natale, in momenti particolari per promuovere all'interno della città stessa il Moscato di Scanzo.

Qualche domanda più tecnica: avete ottenuto da non molto tempo la DOCG, punto di arrivo importante, però la DOCG ha come rovescio della medaglia tante problematiche in più dal punto di vista della gestione ed organizzazione. Il fatto di non avere una DOC d'appoggio, non ha creato più problemi che vantaggi? Il bilancio è positivo?
E' chiaro che tutti i risultati importanti come può essere la DOCG vanno verso un prodotto rivolto all'eccellenza, ed è chiaro che l'eccellenza non si può avere senza i sacrifici. Sacrifici che effettivamente esistono, perchè produrre  un vino DOCG oggi vuol dire intervenire in pianta, vedere dei grappoli che potrebbero essere vino sanissimo cadere, vuol dire limitare la produzione, usare determinate tecniche in vinificazione, usare determinate tecniche in appassimento, etc. Vuol dire anche subire determinati controlli ed avere sempre una spada di Damocle sulla testa, però è un passaggio inevitabile, che abbiamo voluto fare per il nostro prodotto.
Un prodotto come il Moscatro di Scanzo, ed è ciò che ci ha sempre spinto ad andare avanti, non poteva essere che una DOCG. E' chiaro che la DOCG per noi è stata sì un risultato di arrivo, ma anche un punto di partenza. Punto di partenza perchè ovviamente le aziende hanno dovuto strutturarsi per i cambiamenti che ci sono stati, dai registri alla contabilità, alla cantina, etc. Questo è successo sicuramente, qualcuno sarà stato più contento, altri meno.

Se si dovesse fare oggi un referendum fra gli associati se è stato un bene o un male avere la DOCG, la percezione quale è?
Un si unanime, ma con qualche sorriso.
E' vero che si sono complicate le cose, però essendo i nostri produttori nella maggior parte dei casi con quantità limitate, il tutto è stato più gestibile.
Sicuramente aumentando volumi e produzione bisognerà stare attenti a mantenere questo alto livello, soprattutto in fase produttiva e di caratteristiche che il vino deve avere.

Mi è giunta voce che c'è il progetto di fare domanda per una nuova DOC, sempre sul territorio, legata ad un 'altra tipologia di vino: cosa c'è di vero?
Si,  il Vermiglio di Rosciate, dovrebbe essere un taglio bordolese con delle aggiunte di Moscato di Scanzo, non ben precisato per ora se passito o no.

Avete già aperto la pratica con il Comitato Vini per la realizzazione della DOC?
Non è il consorzio che se ne occupa, ma è nata un'associazione, e quindi nascerà probabilmente un Consorzio legato a questa nuova realtà produttiva.

Quindi non sarà il Consorzio del Moscato ad inglobare questa nuova doc?
Al momento la cosa sta viaggiando separatamente, ma non è escluso che in futuro il Consorzio possa fare anche da supporto, visto che sono gli stessi associati del Consorzio che hanno la produzione di vermiglio.

Il 30 maggio c'è Cantine Aperte: pensate di partecipare in qualche modo?
Le maggiori cantine già partecipano a Cantiene Aperte, però esistono anche alcuni piccoli  produttori che non hanno uno spazio ricettivo adeguato, per cui stiamo valutando la possibilità di aprire la sede del Consorzio il prossimo 30 maggio, sia come luogo d'informazione, sia come punto di degustazione.

Siamo alla fine della nostra chiacchierata: qualche considerazione conclusiva.
Vogliamo ottenere 2 obiettivi: da un lato rendere partecipe la gente delle attività del Consorzio, far sapere che il Consorzio c'è, anche grazie al nuovo sito internet ed alla collaborazione nata ed ormai consolidata con www.italiadelvino.com , e dall'altro dare visibilità a tutte le aziende.

Il precedente Presidente, Bendinelli, è stato un traino eccezionale, ci ha portato alla DOCG, portando entusiasmo e convinzione di far bene, ha spinto alla nascita di nuovi produttori: dobbiamo continuare su questa linea.

Ed ora...alla salute De Toma

Alla salute Bertolli

Concludiamo questa intervista con un buon bicchiere! 


IN VETRINA
La Perla di Triacca Marco Domenico
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