Questa volta si tratta di uno grosso, macroscopico, tanto da indurre una federazione di vignaioli ad annunciare la disobbedienza civile. In un periodo in cui il territorio è diventato la leva di marketing più importante per giocarsi la partita nei mercati esteri, nel momento in cui non rimane che puntare sull'export, ci pensa una legge a vanificare gli sforzi profusi nel promuovere l'identità, l'origine di un prodotto. Ad essere incriminata è la norma contenuta nel Regolamento Europeo 1308/2014 accolta dal Testo Unico della vite e del vino, e precisamente l'articolo 53 che legifera sull'impiego delle denominazioni geografiche nella comunicazione aziendale, stabilendo che un'azienda non può indicare la regione dove ha sede se questa coincinde con Denominazione di Origine o un Igp, in nessuno dei materiali che utilizza per la comunicazione: siti; brochure; cataloghi. Pena, pesanti sanzioni economiche che già stanno colpendo alcuni produttori. La norma, spiega la Fivi, equipara praticamente l’etichetta ai materiali di comunicazione aziendale vietando, di fatto, alle aziende vinicole di riportare su questi ultimi la propria regione di appartenenza. La Fivi, che riunisce attualmente 800 viticoltori da tutte le regioni d'Italia, si era già opposta in modo deciso a questa norma ad inizio estate dinnanzi alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Adesso chiede alle autorità italiane azioni idonee, la modifica entro il 31 dicembre e proclama la disobbedienza civile per "difendere il diritto a comunicare il proprio territorio". "È un’azione forte ma sentiamo il dovere di far sentire la nostra voce per tutelare gli interessi di tutti i vignaioli italiani - ha dichiarato la presidente della Fivi, Matilde Poggi -. I nostri vini sono i portavoce delle zone viticole di tutta Italia, sono il frutto del nostro impegno quotidiano a valorizzare, promuovere e custodire il paesaggio, sono messaggi in bottiglia che parlano a tutto il mondo del nostro paese. Insieme a tutti i nostri colleghi produttori del comparto agroalimentare nazionale siamo ambasciatori della nostra terra; come possiamo raccontarla al mondo senza nemmeno poterla citare?” Se non ci sarà alcuna inversione di tendenza in merito all'indicazione nei materiali di comunicazione della regione di origine, la Fivi fa sapere che procederà all'autodenuncia in massa: "I Vignaioli associati sono pronti ad autodenunciarsi, agendo concretamente e coscientemente in violazione della legge: dal 1 gennaio 2015 pubblicheremo in grande evidenza sui nostri siti aziendali le nostre regioni di appartenenza. Rischiando quindi le sanzioni". Tratto da www.cronachedigusto.it
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