Il vino di San Colombano al Lambro (Mi) rinsalda le sue radici storiche con Milano in vista di Expo 2015. E' questo il senso dell'iniziativa presentata oggi in Regione dall'assessore all'Agricoltura Gianni Fava e Diego Bassi, del Consorzio di tutela del vino Doc San Colombano. "L'unica collina della provincia di Milano varca le porte del capoluogo della prima regione agricola italiana - ha detto Fava - per presentare, in un percorso di avvicinamento a Expo, l'unico 'vino di Milano'". Alla presentazione sono intervenuti Carlo Pietrasanta, Movimento Turismo del Vino Lombardia, e il sindaco Luigi Pasquale Belloni. Per celebrare questa unione il Consorzio Vino Doc San Colombano ha voluto realizzare le etichette raffiguranti le Porte di Milano ottenendo l'utilizzo commerciale di immagini reperite presso la Civica Raccolta Bertarelli. Acqueforti e stampe eseguite con minuzia e cura dei particolari a metà Ottocento per promuovere la città prima dell'avvento della fotografia. Le etichette vestiranno le bottiglie del San Colombano Doc durante tutti gli eventi del percorso promozionale che il Consorzio intende intraprendere verso Expo 2015. Sono sette le immagini raffiguranti porte storiche di Milano - Romana, Oberdan (p.ta Venezia), Arco della Pace, Ticinese, Porta Volta, Porta Nuova e Porta Pusterla -, replicate in circa 10.000 etichette per altrettante bottiglie 'made in San Colombano al Lambro'. "Un'iniziativa significativa e importante, anche se riferita a un territorio dai numeri produttivi contenuti - ha detto Fava, illustrando l'iniziativa - ma con una suggestione straordinaria: Milano, punto di riferimento mondiale per cultura, design, economia, finanza, arte presenta il suo vino. Una valenza strategica tutta particolare, volano di affermazione per una produzione e un territorio autentici". "Su questi fattori occorre lavorare, sotto il profilo della comunicazione - ha auspicato l'assessore lombardo - , anche perché oggi il livello di gradimento del consumatore è cresciuto notevolmente. Tocca quindi ai produttori del Consorzio continuare a garantire il livello qualitativo di una produzione emblema di un territorio di confine che va riportato al centro dell'attenzione. Non si vende più il vino senza il suo territorio, che va perciò mantenuto, curato e abbellito per soddisfare la domanda di un turista, quello attento alla nostra offerta enogastronomica, sempre più esigente e incontentabile".
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