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FIVI e MIPAAF: indicazioni geografiche più ampie per comunicare meglio il vino italiano (2015-01-04)

Il Mipaaf accoglie le richieste dei vignaioli indipendenti FIVI ed emana una circolare che consente l’utilizzo del nome geografico più ampio nella comunicazione dei vini DO e IGP

FIVI e MIPAAF: indicazioni geografiche più ampie per comunicare meglio il vino italiano (2015-01-04)

Il 31 dicembre scorso il MIPAAF – Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali ha emanato una circolare che precisa l’applicazione in Italia delle disposizioni contenute nel Regolamento Europeo 1308/2013. Nel dettaglio la circolare contiene i necessari “chiarimenti per assicurare i corretti usi commerciali, etichettatura e presentazione” dell’indicazione del nome geografico più ampio (Regione o Provincia) in cui ricade la zona di produzione di un determinato vino DOP o IGP.

In sintesi, ora è possibile, in etichetta come in tutte le altre forme di comunicazione aziendale (dalle borchure ai siti internet), che ricordiamo per la norma UE sono equiparate, dare un’indicazione della provincia o della Regione, anche nel caso in cui il nome del capoluogo o della regione siano stati registrati come DOCG, DOC o IGT diverso da quella del vino prodotto.

Si potranno indicare nei materiali aziendali, etichette comprese, Regione o Provincia dove ha sede la cantina ma solo se tale citazione presenta le caratteristiche di una informazione di carattere descrittivo, e non i tratti di una evocazione, utilizzata per sfruttare la notorietà di una denominazione per prodotti che non ne abbiamo diritto.
L’uso del nome geografico più ampio viene normato in termini precisi di dimensioni e distanze obbligatorie per quanto riguarda le etichette, mentre per le altre forme di comunicazione la circolare indica che si valuterà caso per caso.

Matilde Poggi, Presidente FIVI e vignaiola in Veneto, esprime la sua soddisfazione: “Accogliamo con grande favore questa circolare che permette a noi vignaioli di poter comunicare, senza incorrere in sanzioni, dove si trovano le nostre cantine e ci consente di far conoscere il territorio che tutti i giorni viviamo e tuteliamo con impegno da una stagione all’altra, senza soluzione di continuità.

Ringraziamo il Ministro Maurizio Martina, il Dott. Stefano Vaccari Capo del Dipartimento dell'ICQRF e il Dott. Enrico Arcuri Capo della Segreteria Tecnica del Ministro, che hanno dimostrato sollecitudine nell’ascoltare le nostre richieste e sensibilità per una situazione che poteva essere assai limitante per il lavoro dei vignaioli italiani e la promozione dei nostri vini a livello internazionale.
La circolare è stata emanata l’ultimo giorno dell’anno, ci pare che questo sia il miglior auspicio per il 2015 appena iniziato, che veda ancora molte occasioni proficue di collaborazione tra noi vignaioli e il Ministero sulla base di un dialogo così costruttivo.
Il mio grazie va poi a tutti i vignaioli italiani, soci Fivi e non solo, che hanno sostenuto la nostra posizione e a tutte le persone, appassionati, esponenti dei media e clienti delle nostre imprese, che hanno manifestato il loro appoggio all’iniziativa”.

I vignaioli indipendenti italiani confermano che l’iniziativa di disobbedienza civile annunciata a partire dal 1 gennaio è stata revocata alla luce della soluzione elaborata dal Mipaaf, che costituisce un passo importante nella direzione della semplificazione e del buon senso.

Qui il link al testo integrale della circolare:
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8231

FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
Attualmente sono 800 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 8.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola.
Circa 55 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,5 miliardi di euro, per un valore in termini di export di più 200 milioni di euro.
Gli 8.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41 % secondo la viticoltura convenzionale.


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