Da parte mia, una breve presentazione dell'azienda:
Tenuta Sette Ponti si trova in provincia d'Arezzo, a San Giustino Valdarno. E' di proprietà di Antonio Moretti, imprenditore della moda e del lusso, presente da oltre vent'anni anche nel settore vitivinicolo. Moretti non possiede solo Tenuta Sette Ponti, ma anche altre 4 cantine, 2 in Toscana, Poggio al Lupo a Magliano e Podere Orma a Bolgheri, e 2 in Sicilia, Feudo Maccari a Noto e Contrada Santo Spirito di Passopisciaro a Castiglione di Sicilia, sull'Etna. Tenuta Sette Ponti è l'azienda leader del gruppo, vanta 50 ettari di vigneto ed una produzione annua di circa 200.000 bottiglie. Tenuta Setteponti era la dimora delle principesse Margherita e Maria Cristina di Savoia, fu acquistata negli anni ’50 dal papà di Antonio Moretti, l’architetto Alberto, non tanto per la parte viticola, quanto per l'abbondante presenza di selvaggina e cacciagione. E' stato Antonio Moretti ad intuirne le potenzialità e a fare importanti investimenti in termini di vigneti e cantina durante gli anni Novanta.
L'Oreno, che porta il nome del torrente che attraversa la proprietà, è il vino di punta dell'azienda, vino di notorietà internazionale, tra i migliori rossi d'Italia. Fino al 2008 era ottenuto da Merlot, Cabernet Sauvignon e Sangiovese. Dal 2009 il Sangiovese è stato sostituito dal Petit Verdot. La degustazione è stata condotta dall'esuberante, a volte anche troppo, Luca Gardini. Le annate presenti erano: 2012, 2011, 2010, 2009, 2008, 2003.
Da qui in poi lascio continuare l'amico e collega Augusto Gentilli
Mauro Giacomo Bertolli
Data della degustazione: 14 settembre 2015 nell’ambito di Bottiglie Aperte a Milano
2012 L’Oreno 2012, che si presenta nel bicchiere di un luminoso color rubino, si connota al naso con sensazioni di frutto scuro - quali prugna, mora e cassis - elegantemente integrate da sentori di erbe aromatiche e pomodori verdi a ricordarci la provenienza bordolese delle uve da cui questo vino prende origine. La presenza del Petit verdot si rende evidente tramite la fine verticalità del pepe rosa così come il terroir si manifesta nella piacevole sensazione iodata che riporta alla macchia mediterranea. In bocca colpisce per equilibrio e rotondità nonché per succosità e ampiezza. La fitta struttura dei tannini, elegante e gradevolmente giovanile, unitamente all’equilibrata freschezza, ne rendono la beva assai gradevole. L’uso sapiente del legno arricchisce questo vino di note boisé senza mascherarne, però, finezza e complessità.
2011 Il tempo sembra non essere trascorso per la lucente tonalità rubino di questa seconda annata in degustazione. Avvicinando il bicchiere al naso, si è colpiti non tanto dall’intensità del suo bouquet quanto dalla sua grande finezza e complessità. Il frutto rosso è pieno e riporta alla mente sensazioni di visciola, mora e prugna. Una lieve rotazione ed ecco comparire il rabarbaro accompagnato da sottili – ma evidenti – sensazioni agrumate. In bocca è avvolgente, pieno e succoso e capace di mostrare una perfetta corrispondenza al naso. L’ancora evidente freschezza e la tessitura avvolgente e setosa dei tannini rendono l’assaggio un’esperienza completa ed emozionante che sembra non concludersi mai in virtù della grande persistenza.
2010 A cinque vendemmie di distanza, anche questo Oreno si presenta di una giovanile e luminosa tonalità rubino. L’analisi olfattiva ci svela un vino sempre più giocato su finezza e complessità nel quale, rispetto ai millesimi precedenti, riconosciamo, oltre alla gradevolezza avvolgente del frutto scuro, le note del caffè in polvere e, come già nel 2012, i fini sentori di erbe aromatiche. È in bocca, però, che questo vino riesce a esprimersi in tutta la sua pienezza, regalandoci emozioni grazie alla sua perfetta armonia, all’avvolgenza dei suoi tannini, setosi ma gradevolmente vibranti, nonché all’ampiezza e alla succosità della sua struttura.
2009 Il color rubino si conferma una costante nel corso di questa prima parte di verticale. Al naso, il bouquet dell’annata 2009 ci meraviglia per la grande finezza e l’altrettanto notevole complessità: il frutto scuro è, infatti, arricchito da note floreali riconducibili al potpourri di fiori rossi alle quali si affiancano sentori di cioccolato al latte e spezie dolci; il tempo, grande amico dei sinceri amanti del vino, regala poi gradevolissimi sentori agrumati che riportano al chinotto. In bocca colpisce per la grande compattezza all’ingresso e per l’altrettanto notevole ampiezza; la pienezza della struttura è sorretta da tannini ancora giovanili, pur se eleganti e di estrema piacevolezza, capaci di donare all’insieme grande equilibrio e bevibilità. La lunga persistenza chiude magnificamente un assaggio di grande livello.
2008 Ultima annata realizzata anche con uve Sangiovese - sostituite in seguito dal Petit verdot - questo Oreno rimane fedele al color rubino molto intenso e luminoso che hanno caratterizzato finora tutte le annate degustate. Il naso, a bicchiere fermo, si mostra di intensità contenuta e grande finezza e caratterizzata da un evidente sentore di tamarindo; dopo una lieve rotazione, assistiamo ad una vera esplosione di profumi capaci, però, di coniugare intensità, finezza ed armonia. L’immancabile frutto scuro è affiancato da piacevoli note vegetali fresche e da sottili, ma caratteristiche, sensazioni di mallo di noce e chinotto. In bocca è pieno, profondo, ampio e succoso e, nel contempo, connotato da un perfetto equilibrio e da una lunga persistenza.
2003 12 anni sono trascorsi da quando questo vino ha visto la luce nelle colline toscane e oggi si offre a noi illuminando il bicchiere di calde tonalità granato intenso. Il bouquet è giocato principalmente sulle note fruttate sempre riconducibili ai frutti scuri quali la ciliegia matura, la prugna e la mora che vanno a sostenere intriganti sensazioni riconducibili alle spezie dolci nonché alla polvere di caffè. In bocca si presenta di corpo, caldo, pieno e succoso con la struttura tannica e la freschezza ben presenti a conferirgli equilibrio e facilità di beva.
Augusto Gentilli
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