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Moscato di Scanzo: il passito che amava Veronelli

Il Moscato di Scanzo è un vino passito rosso, dal gusto moderatamente dolce, ottenuto dall'omonimo vitigno autoctono, coltivato in gran parte della Valcalepio, ma che trova il suo territorio d'origine ed elezione sulle colline di Scanzorosciate, in prossimità di Bergamo

Moscato di Scanzo: il passito che amava Veronelli

Il Moscato di Scanzo è un vino passito rosso, dal gusto moderatamente dolce, ottenuto dall'omonimo vitigno autoctono, coltivato in gran parte della Valcalepio, ma che trova il suo territorio d'origine ed elezione sulle colline di Scanzorosciate, comune di circa 10.000 abitanti situato alla sinistra del fiume Serio, a pochi minuti da Bergamo.

Il Moscato di Scanzo viene riconosciuto come DOCG con D.M del 28 aprile 2009 (prima vendemmia DOCG 2007): con poco più di 30 ettari di vigneti è una delle più piccole DOCG d'Italia, forse addirittura la più piccola. La Denominazione Moscato di Scanzo era stata istituita, come DOC, nel 2002, grazie anche al forte interesse ed impegno di Luigi Veronelli. Stiamo parlando di una produzione fortemente ridotta nei numeri: le circa 20 aziende della denominazione arrivano globalmente a produrre tra 60.000 e le 70.000 bottiglie in un'annata senza problemi.

Molti sono gli intrecci tra storia e leggenda che hanno riguardato il Moscato di Scanzo nei secoli: la tradizione ne fa risalire le prime notizie alla conquista romana, per essere poi citato in una testimonianza scritta del 1347, in una cronaca di uno scontro armato tra i Guelfi di Scanzo e i Ghibellini di Rosciate, scontro originatosi non tanto per difendere le ragioni del Papa e dell'Imperatore, quanto per impossessarsi di un carico di botticelle di Moscadello.
Facciamo un salto di quasi cinque secoli e siamo nel 1780 a San Pietroburgo, alla corte di Caterina II, alle cui dipendenze, come principale artefice dell'architettura neoclassica in Russia, lavora Giacomo Quarenghi, architetto e pittore bergamasco, che produceva del buon Moscadello nella sua tenuta di Rosciate: non vi sono prove in merito, ma come non pensare che ne offrisse alla zarina ?
Sembra poi che nel 1850 fosse l'unico vino italiano quotato alla Borsa di Londra. Arrivati ai giorni nostri, con lo sguardo al futuro, va citata la collaborazione in atto da diversi anni con l'Università degli Studi di Milano per l'ottenimento del sequenziamento del Dna del vitigno Moscato di Scanzo.

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Mauro Giacomo Bertolli



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