Il vino per gli ebrei era diverso dagli altri. Coltivato e prodotto seguendo specifiche regole di Kasherut (il corpus di norme che tuttora regolano l'alimentazione ebraica), non poteva essere mischiato con quello degli altri popoli, destinato alle divinità pagane. Questa esigenza portò allo sviluppo di peculiari tecniche, volte a produrre una viticoltura esclusiva. Così concepito, il vino ebraico entrò a far parte, come elemento importante, della liturgia religiosa, che ne fa tuttora uso nelle festività più sacre e nei momenti più gioiosi.
Ed ora ecco cinquanta vini, tra bianchi, rossi, rosati e bollicine: tutti accomunati da una particolarità, quella di essere rigorosamente kasher, ovvero 'idoneo' secondo le regole tradizionali ebraiche. A metterli insieme e presentarli - domenica scorsa nei Giardini del Tempio Maggiore a Roma in occasione della decima edizione di 'Novello kasher' - è stato pensato Giovanni Terracina di 'Le Bon Ton Catering', che vanta una lunga tradizione di gastronomia all'insegna della kasherut, il mangiare (e il bere) ebraico basato sulle norme tradizionali. Una 'filosofia' gastronomica che da tempo rappresenta ''un fenomeno'' in espansione nel grande pubblico, vista la salubrità degli alimenti sia come prodotti sia come abbinamento. ''In questi anni il vino kasher - ha detto Terracina - ha conosciuto un'ottima affermazione sul mercato soprattutto da parte di un pubblico non ebraico che dimostra di apprezzarne sempre più, oltre alle caratteristiche organolettiche, anche il rigoroso controllo di qualità cui il vino è soggetto''. ''Di pari passo è cresciuto il successo della nostra degustazione che raggiunge il decennale e raccoglie ogni anno - ha aggiunto - sempre più estimatori''. E questa volta ad affollare i Giardini della sinagoga sono state oltre 600 persone, compreso il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici. ''Stiamo pensando - ha detto - alla creazione di un marchio di kasherut nazionale.''. Un’esigenza molto avvertita, tanto che Pacifici ha messo l'idea nel programma elettorale della sua lista per l'elezione dei delegati romani al congresso dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane in programma dal 5 all'8 dicembre.
Tra le novità d'assaggio di quest'anno c'è stato anche un pregiato vino da dessert estratto dal succo di melograno, prodotto dall'israeliana Rimon. Oltre al Novello sono stati presentati numerosi prodotti kasher d'eccellenza italiana (come la laziale Cantina Sant'Andrea e la piemontese Le Piole) ed israeliane (come Binyamina, Recanati e Tishbi). E insieme al vino i prodotti tipici della cucina giudaico-romanesca: dai pezzetti fritti, alla concia, agli aliciotti con l'indivia, alle pizzarelle con il miele (dolce tipico della Pasqua ebraica a base di pane azzimo). La decima edizione della Degustazione di Novello Kasher, curato appunto da Le Bon Ton Catering , è stata realizzata con il patrocinio dell'Ambasciata di Israele in Italia, della Regione Lazio, della Provincia di Roma, del Comune di Roma, della Comunità Ebraica di Roma e del Benè Berith
(da Cronache di Gusto)
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