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La nuova vita del Moscato

Molte sono le riflessioni fatte nel mondo del moscato piemontese per superare il calo del mercato dei vini dolci e rilanciare le vendite dell'Asti, cercando anche di slegarlo da vino che viene acquistato quasi esclusivamente in occasione delle festività

La nuova vita del Moscato

Seppur il Moscato sia coltivato praticamente ovunque in Italia, quando pensiamo al Moscato pensiamo al Piemonte, all'astigiano, al Moscato Bianco di Canelli.

L'Asti Docg si ottiene dall'uva di Moscato Bianco coltivata in 52 comuni delle province di Alessandria, Asti e Cuneo. La coltivazione si estende per circa 10.000 ettari, le aziende viticole interessate sono 3.700. La produzione annuale supera gli 85 milioni di bottiglie, di cui 54 milioni di Asti e 31 milioni di Moscato d'Asti. L'85% circa della produzione viene esportata. Sono anni sicuramente non facili questi per i vini e gli spumanti dolci in Italia: il direttore del Consorzio dell'Asti Docg, Giorgio Bosticco, spiega che “... dieci anni fa si consumavano 100 milioni di bottiglie di spumante in Italia. Di queste 40 milioni erano dolci. Oggi il mercato è cresciuto a 120 milioni, ma i dolci sono scesi a 23/25 milioni”.

Molte sono le riflessioni fatte nel mondo del moscato piemontese per superare queste difficoltà e rilanciare le vendite dell'Asti, cercando anche di slegarlo da vino che viene acquistato quasi esclusivamente in occasione delle festività. La prima grande risposta è stata l'introduzione di un nuovo vino a base di Moscato, uno spumante Asti Secco, presentato lo scorso novembre ed immesso sul mercato per le festività di fine anno in poco meno di un milione di bottiglie, cosa che non ha mancato di suscitare qualche polemica nel mondo dei produttori di Prosecco…..

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Mauro Giacomo Bertolli


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