Chiara Ciavolich, titolare dell’azienda vitivinicola di famiglia, presenta la linea di vini “fosso cancelli” davanti ad una numerosa platea di ristoratori ed addetti ai lavori.
|
|
|
L’appuntamento per gli invitati è proprio in questo momento, lunedì 21 ottobre 2019 alle 17.00, alla Vineria ed Antica Cantina Ciavolich, a Miglianico.
I vini della degustazione “Camminare la terra” sono 5:
1) Colline Pescaresi IGP 2016 Pecorino fosso cancelli 2) Trebbiano d’Abruzzo DOP 2015 fosso cancelli 3) Cerasuolo d’Abruzzo DOP 2018 fosso cancelli 4) Montepulciano d’Abruzzo DOP 2015 fosso cancelli 5) Montepulciano d’Abruzzo DOP 2008 fosso cancelli accompagnati dai finger food realizzati dai ristoranti PerVoglia di Castelbasso (Teramo) e Font’Artana di Picciano (Pescara).
La linea “fosso cancelli”
E’ costituita da 4 vini monovarietali, un rosso, un rosato (Cerasuolo) e 2 bianchi:
fosso cancelli Montepulciano d’Abruzzo DOC , Montepulciano 100 %;
fosso cancelli Cerasuolo d’Abruzzo DOP, Montepulciano 100 %;
fosso cancelli Pecorino d’Abruzzo DOP , Pecorino 100 %;
fosso cancelli Trebbiano d’Abruzzo DOP, Trebbiano 100 %.
Il nome vuole essere un richiamo al fosso che delimita i confini della tenuta di Loreto Aprutino (PE).
Sono i cosiddetti vini artigianali, da fermentazioni spontanee.
|
Protagonista della serata il Montepulciano d’Abruzzo DOP fosso cancelli 2015, in anteprima assoluta: non potendo essere presente all’evento, Chiara ha voluto spedirmene a casa una bottiglia ed io, per sentirmi in qualche modo partecipe, ho pensato di aprirlo nel mio studio a Milano in contemporanea con l’inizio dell’evento.
Montepulciano d’Abruzzo DOP 2015 fosso cancelli Montepulciano in purezza, da uve provenienti da vigneti impiantati negli anni Sessanta e Settanta a Loreto Aprutino (PE), a tendone. E’ la terza annata prodotta, dopo quelle del 2007 e 2008. La grande differenza è che l’annata del 2007 è stata messa in vendita nel 2015, dopo 8 anni, mentre per l’annata 2015 Chiara ha voluto aspettare la metà del tempo, 4 anni. Vendemmia manuale in ottobre, vinificazione spontanea in cemento, recuperando così l’anima storica dell’azienda e delle vinificazioni fatte nei decenni precedenti. Non si effettuano chiarifiche e filtrazioni. Affina in bottiglia per almeno 3 anni. La produzione è di circa 3.000 bottiglie. Il tenore alcolico è del 14 %. La bottiglia si presenta con un cappello di gomma lacca nera ed un’etichetta , disegnata da Chiara, che ritrae la mappa catastale della tenuta di Loreto Aprutino e con essa il fosso ( Cancelli) che gli fa da confine. E finalmente andiamo alla DEGUSTAZIONE Nel bicchiere si presenta di colore rosso rubino particolarmente intenso, con evidenti riflessi violacei. Al naso prevalgono decisamente i sentori di frutta matura, come mora, prugna, ciliegia, ma anche le note floreali di violetta e rosa appassita. Balsamicità, tabacco dolce, pepe nero, liquirizia e terra bruciata ne aumentano la complessità. E’ però al sorso che se ne identificano meglio le peculiarità: è un vino muscoloso, dinamico, quasi selvaggio, non nel senso negativo del termine, ma in quanto possessore di un’energia che il tempo saprà certamente incanalare. Di gran corpo e struttura, con evidenti sapori fruttati, ha una piacevole sapidità, tannini decisi ma corretti ed una notevolissima e gradevole persistenza.
| Alcuni pensieri di Chiara:
«Con I miei vini vorrei andare oltre la dicotomia industriale-artigianale, restando coerentemente aderente al mio territorio di appartenenza e cercando allo stesso tempo di proiettarmi con forza verso il futuro»;
«Oggi è una giornata emozionante per me, I vini della nostra azienda sono cambiati molto nel tempo, e la linea fosso cancelli che vi presentiamo oggi ne è la dimostrazione più lampante; è il perfetto mix tra storia, tradizione e innovazione»;
e del suo enologo Romano D’Amario:
“Il nostro obiettivo è portare nel bicchiere qualcosa di varietale e territoriale. Questo significa vini trattati il meno possibile, per esaltare il carattere intimo genetico dei nostri vitigni”;
«L’obiettivo che ci siamo posti è portare il terroir nei nostri vini per distinguerli dagli altri e per esaltare il carattere dei nostri vitigni autoctoni».
Per concludere, una presentazione più dettagliata di Chiara Ciavolich e della sua azienda.
Chiara Ciavolich e l’Azienda Agricola Ciavolich La famiglia Ciavolich ha origini bulgare: erano mercanti di lana, arrivarono in Abruzzo intorno al 1500, stabilendosi a Miglianico, in provincia di Chieti. Nel 1853 Francesco Ciavolich costruì la la prima cantina di famiglia, su due livelli: il piano terra destinato alla pigiatura delle uve ed alla produzione di vino cotto, il piano interrato destinato alle tinelle di legno per la fermentazione ed alle grandi botti per l’affinamento. Durante la Seconda Guerra Mondiale Palazzo Ciavolich fu occupato dai tedeschi nell’ottobre del 1943, per farne il loro Quartier Generale, permettendo però alla famiglia e a molti dei cittadini di Miglianico di rifugiarsi nei sotterranei, tra le botti. Giuseppe Ciavolich nel 2004 passa la gestione dell’azienda alla figlia Chiara, che inizia un lavoro di modernizzazione e potenziamento, costruendo la nuova cantina a Loreto Aprutino e realizzando il restauro conservativo della cantina di Miglianico, diventata sede al primo livello di una moderna vineria, mentre al piano interrato vi sono le botti dove affinano I vini rossi. Grande merito di Chiara è di passare da una produzione praticamente di soli vini sfusi alla valorizzazione in bottiglia dei vini prodotti. Oggi gli ettari di vigneto sono 35, a cui si aggiungono una ventina di ettari di uliveto e di seminativo, con una produzione annua intorno alle 200.000 bottiglie, ripartite su 16 etichette diverse. L’enologo è l’abruzzese Romano D’Amario.
| Mauro Giacomo Bertolli
|