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Mai la parola Primitivo nei vini Dop e Igp della Sicilia, dichiara la ministra Teresa Bellanova

Replica chiara e decisa del ministro per le Politiche Agricole all’interrogazione di Dario Stefàno, non senza una stoccata polemica (04-05-2020)

Mai la parola Primitivo nei vini Dop e Igp della Sicilia, dichiara la ministra Teresa Bellanova

Questo l’intervento della ministra Bellanova, che ha voluto chiarire come sia possibile coltivare ed utilizzare anche il Primitivo in Sicilia, ma non per fare vini di  denominazione o per rivendicarlo in etichetta. E accusa fra le righe il senatore Dario Stefàno di creare polemiche e confusione solo per avere un po’ di visibilità.

(A questo link http://italiadelvino.com/redazionali.asp?id_redazionale=737 il nostro articolo del 1 maggio che racconta la nascita della vicenda)



"Mai consentirò che una bottiglia di vino siciliano Dop o Igp possa chiamarsi "Primitivo" esattamente come solo le Dop o Igp siciliane possono utilizzare il nome del vitigno "Nero d'Avola", e questo nonostante quel vitigno possa essere coltivato in altre regioni che lo hanno inserito nell'elenco delle varietà raccomandate e autorizzate".

"La legislazione Europea e i corrispondenti Decreti nazionali, come sa chi li conosce, proteggono i riferimenti territoriali, le cosiddette indicazioni geografiche, ma non creano la protezione giuridica delle varietà né impediscono che quelle uve possano essere coltivate anche altrove.
Purtroppo questa è un'epoca in cui nessuno più studia o semplicemente si documenta ed è ben triste una politica che cavalca qualsiasi cosa pur di guadagnare un po' di visibilità, ingenerando confusione e peraltro legittimando aspettative di tutti i generi.
Eppure anche sul sito del Ministero è possibile reperire tutte le indicazioni necessarie proprio sulle Indicazioni geografiche che rappresentano una eccellenza indiscussa della nostra filiera alimentare e il legame inscindibile tra territori e eccellenze produttive, soprattutto nel caso del vini e delle oltre 500 cultivar che fanno del nostro Paese un unicuum".

"In Sicilia, come in altre regioni italiane  non si può impedire, dopo necessaria sperimentazione, l'impianto di viti Primitivo, ma i vini Dop e Igp ottenuti non potranno mai essere etichettati con l'indicazione in etichetta del nome del vitigno "Primitivo".
 Nel DM del 13 agosto 2012 è infatti indicato senza equivoci come quella varietà "Primitivo" possa essere solo usata nell'etichetta di vini Dop o Igp della Puglia e delle regioni Basilicata, Campania, Abruzzo, Umbria, Lazio e Sardegna. Pertanto nulla vieta che anche la Sicilia, dopo adeguata sperimentazione, lo classifichi prima in osservazione e poi lo dichiari eventualmente idoneo alla coltivazione. Resta il fatto che la coltivazione del vitigno Primitivo non consente in aree diverse dalle Dop e Igp indicate nel DM 13 agosto 2012, l'uso del termine varietale sulla bottiglia di Primitivo.
Una accortezza maggiore sarebbe consigliata anche in questo caso perché non si ingenerino allarmi ingiustificati e conflitti tra Regioni, soprattutto del Mezzogiorno che, anzi, dovrebbero e potrebbero fare della qualità e della valorizzazione delle loro eccellenze una battaglia comune e una strategia di posizionamento globale".
 
Mauro Giacomo Bertolli



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