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Ripercorriamo insieme la storia di una delle poche cose buone che ci lascerà in eredità il coronavirus: un cospicuo gruppo di vignaioli con le idee chiare per, come dicono loro, una filiera del vino giusta, solidale e possibile.
Tutto inizia il 23 aprile con il seguente COMUNICATO
I Vignaioli Italiani sostengono la filiera del vino |
Siamo duecento vignaioli italiani, grandi e piccoli, e oggi vogliamo farvi arrivare la nostra voce, che uniamo con forza a quella dell’intera filiera che vive di vino, una filiera fatta di contadini, distributori, agenti, ristoratori, sommelier, enotecari e mescitori. Siamo orgogliosi del nostro lavoro, che abbiamo portato avanti con impegno e tenacia anche in questi mesi così difficili per le nostre famiglie, le nostre aziende e tutto il nostro Paese.
Perché la vigna non si ferma, e noi non ci siamo mai fermati.
La maggior parte dei nostri vini non arriva alla grande distribuzione organizzata e non raggiunge il grande pubblico dei consumatori: appartiene storicamente alla nicchia del vino di qualità, accudito con competenza e rispetto dagli operatori commerciali e da tantissimi appassionati che ci aiutano a comunicarlo e a portarlo sulle tavole e nei calici di coloro che amano il vino.
La nostra filiera è in pericolo!
Molti dei nostri clienti sono stati obbligati alla chiusura, e ancora non è chiaro come e quando si potrà ripartire. Una cosa è certa: non si potrà ricominciare, tirar su le saracinesche, aprire le porte, come se nulla fosse accaduto. Per questo è difficile, per tutti coloro che vivono di vino, continuare a guardare al futuro con serenità e fiducia, ma è importante provarci, con il contributo di tutti noi.
Ed è importante che la filiera tutta serri i ranghi e si muova compatta. Unita.
Per questo abbiamo sottoscritto la nostra lettera aperta, un protocollo d’intenti che dimostra il rispetto per tutti noi, genti del vino, il nostro impegno nel sostenere il lavoro di ognuno, la nostra leale e aperta collaborazione per uscire tutti, tutti insieme, da questa crisi.
La lettera circolerà tra i vignaioli, tra i filari e nelle cantine, ci auguriamo di raccogliere quante più voci possibile a sostegno di questa iniziativa.
#laretedeivignaioli #ilvinononsiferma #lavignanonsiferma
Ed ecco la lettera aperta
Lettera aperta dei vignaioli italiani per una leale e condivisa dinamica di filiera #ilvinononsiferma | Le conseguenze economiche della pandemia hanno travolto la nostra intera società, con effetti che stanno mettendo in crisi anche il nostro settore vitivinicolo.
Molti clienti sono stati obbligati alla chiusura, ma la natura non si ferma: noi, custodi della terra, non ci siamo arrestati. Lavoriamo per l’eccellenza, per valorizzare la cultura e la civiltà del vino, per consolidare la reputazione del Made in Italy nel mondo. Difendere l’integrità dei territori e la bellezza dei paesaggi, che rendono straordinario il nostro Paese, è l’altra nostra missione, che ci rende fieri di essere italiani. Siamo così custodi di ecosistemi unici, in un momento storico in cui la lotta al cambiamento climatico è imperativo altrettanto urgente.
Siamo consapevoli delle difficoltà che questa pandemia ha causato e degli effetti che continueranno a gravare su tutti i comparti per i quali il vino costituisce una risorsa insostituibile. Abbiamo apprezzato le iniziative partite dal mondo della distribuzione volte a stimolare il dialogo fra i diversi attori della filiera e siamo vicini ai nostri distributori, agli agenti, agli enotecari e ristoratori, ai sommelier, ai servizi di catering, agli osti e mescitori, e a tutti coloro che amano il vino.
Ci sentiamo parte attiva della straordinaria comunità che vive di vino e la nostra convinzione è che da questa crisi possiamo uscirne solo se restiamo uniti e se verrà salvaguardato il lavoro e il ruolo di ciascuno in ogni anello della filiera.
Per questo chiediamo a tutti rispetto per il nostro lavoro e offriamo in cambio lo stesso rispetto, consapevoli che solo con una collaborazione leale si possa, tutti insieme, uscire da questa crisi.
1) Non accetteremo pressioni commerciali miranti a ridurre il margine che rappresenta la fonte di sostentamento per noi e le nostre aziende, perché riteniamo che soltanto con il riconoscimento di un equo corrispettivo sia garantita la dignità del nostro lavoro e del lavoro di coloro che collaborano con noi nella produzione, commercializzazione e promozione dei nostri vini.
2) Non accetteremo pratiche sleali quali il conto vendita e le richieste sproporzionate di omaggi, consapevoli che soltanto con il rispetto delle normali condizioni commerciali possiamo contribuire in maniera positiva allo sviluppo della filiera.
3) Chiediamo a tutti i nostri clienti il rispetto delle scadenze per il pagamento delle forniture effettuate fino al 31/12/2019, in un momento in cui il mercato non presentava ancora alcuna criticità legata alla pandemia. Siamo disponibili a discutere forme di credito agevolate che tengano conto delle difficoltà economiche che, con il lungo periodo di inattività, tutti i ristoranti e le enoteche si troveranno a fronteggiare alla riapertura, pur nel rispetto degli sforzi e degli investimenti che noi aziende agricole non abbiamo mai smesso di affrontare.
4) Ci impegniamo, nelle scelte di vendita diretta dei nostri prodotti al consumatore finale, ad operare con lealtà nei confronti dei nostri clienti della distribuzione e dell’horeca, che sono fondamentali per la promozione e la valorizzazione dei vini prodotti dai vignaioli italiani. Per questo motivo, garantiamo che i nostri listini dedicati ai privati rispettino la normale marginalità riservata agli operatori commerciali.
5) Siamo convinti che vada rafforzata la collaborazione con tutti gli attori della filiera vinicola, consapevoli che soltanto da un dialogo aperto e organico possano scaturire le migliori opportunità di crescita e valorizzazione per questo nostro piccolo grande mondo.
Al seguente link i nomi dei vignaioli che hanno sottoscritto questa lettera aperta: https://www.ilvinononsiferma.it/lettera-aperta-dei-vignaioli-italiani-per-una-leale-e-condivisa-dinamica-di-filiera/2/
L’elenco è in continuo aggiornamento.
Nuovo COMUNICATO del 24 aprile
Le industrie si arrestano, la Natura no |
Pronti a ripartire gli oltre 200 vignaioli che con voce corale in una lettera aperta fanno emergere criticità e possibili soluzioni per il loro comparto.
“Le conseguenze economiche della pandemia hanno travolto la nostra intera società. La natura, però, non si ferma: noi, custodi della terra, non ci siamo arrestati. Lavoriamo per l’eccellenza, per valorizzare la cultura e la civiltà del vino, per consolidare la reputazione del Made in Italy nel mondo” dichiarano i vignaioli “Difendere l’integrità dei territori e la bellezza dei paesaggi, che rendono straordinario il nostro Paese, è l’altra nostra missione, che ci rende fieri di essere italiani. Siamo così custodi di ecosistemi unici, in un momento storico in cui la lotta al cambiamento climatico è imperativo altrettanto urgente.”
“Siamo consapevoli delle difficoltà che questa pandemia ha causato e degli effetti che continueranno a gravare su tutti i comparti per i quali il vino costituisce una risorsa insostituibile” proseguono “La produzione continua, i magazzini si riempiono, perché i nostri clienti sono fermi: se non interveniamo immediatamente, il virus ucciderà il nostro patrimonio vitivinicolo, e con esso alcuni territori e parte del prestigio italiano.”
Sono a rischio 10 miliardi di euro, tanto vale la produzione vinicola italiana, di cui 6 dalle esportazioni. Serve intervenire subito.
Nuovo comunicato del 27 aprile, in cui il focus viene spostato dai vignaioli sui distributori, molti dei quali hanno condiviso le proposte presentate nei giorni precedenti
Il Giro d’Italia de #IlVinoNonSiFerma passa dai distributori |
Quattro giorni, 400 vignaioli. Questi i tempi record di adesione che il mondo dei produttori di vino sta registrando alla rete di confronto e di solidarietà #ilvinononsiferma. L’obiettivo: condividere idee ed esperienze, evidenziare le criticità della filiera e proporre soluzioni concrete ai problemi causati dall’emergenza Covid-19.
La rete, costituita da vignaioli di piccola e media dimensione provenienti da tutte le regioni d’Italia, ha lanciato nei giorni scorsi la proposta di un Accordo con i rappresentanti della distribuzione e commercializzazione del vino per la tutela del lavoro in ogni anello della filiera.
Fra gli impegni assunti dai vignaioli, la proposta di flessibilità nella gestione dei crediti per le forniture effettuate poco prima dell’inizio dell’emergenza, l’impegno per una dinamica dei prezzi che rispetti le giuste marginalità degli operatori commerciali e la leale collaborazione per fronteggiare insieme una crisi dai risvolti oramai drammatici per tutto il settore.
“Registriamo con grande soddisfazione l’atteggiamento dei distributori associati al Club Excellence che hanno condiviso la nostra iniziativa” affermano i vignaioli. “Siamo grati al Presidente Ricci per aver creduto in una proposta che, per la prima volta, guarda alla filiera del vino in maniera etica ed inclusiva e supera le consuete logiche di competizione commerciale. Ringraziamo anche, e in modo particolare, quei distributori che hanno invitato le aziende da loro rappresentate ad unirsi alla nostra rete”.
Riguardo all’impatto delle misure adottate dal governo nazionale per gli esercizi commerciali, i vignaioli chiedono massima celerità e chiarezza su tempi e modalità della riapertura. “Il Governo deve avere chiaro che il mondo della ristorazione e quello del vino sono legati a filo doppio. Siamo di fronte a danni incalcolabili, che noi e i nostri clienti stiamo subendo per ogni giorno di chiusura a cui loro sono obbligati. Basta parole vaghe e soluzioni incerte, si faccia immediatamente chiarezza sui protocolli e le misure di sicurezza da adottare per una celere riapertura delle attività di ristorazione e somministrazione”.
Nuovo comunicato del 28 aprile che affronta il delicato tema della distillazione, vista come GIUSTAMENTE come un disastro dai vignaioli, favorevoli invece a politiche di stoccaggio
Solo il sole distilla: sì allo stoccaggio, no alla distillazione | Siamo vignaioli, noi facciamo il vino. Quel vino che è orgoglio del Made in Italy, fatto con il nostro lavoro, la nostra conoscenza e l’uva di quelle vigne che fanno bello il paesaggio; a cui si arriva con strade che noi teniamo pulite, in ordine, arginando il rischio idrogeologico e l’abbandono delle zone rurali; dando lavoro a migliaia di famiglie e favorendo uno sviluppo etico e sostenibile; rispettando la nostra casa comune: la Terra.
Le nostre sono piccole produzioni di eccellenza che arrivano al consumatore prevalentemente tramite il canale Horeca, in questo momento di emergenza completamente azzerato.
Distillare il vino per noi non è una soluzione, ma una sconfitta. Significa calpestare il valore del nostro lavoro per un prezzo che è solo una frazione del costo che è stato necessario sostenere per produrlo.
È necessario pertanto ripensare ad un impiego delle misure che oggi si pensa di destinare alla distillazione in un’ottica di preservazione del nostro patrimonio vinicolo, spostando il tema sulla gestione del vino prodotto piuttosto che sulla sua distruzione. Perché per noi il vino non è un’eccedenza, come alcuni sostengono: è il frutto del nostro impegno e della nostra dedizione, è il nostro pane, il nostro prezioso tesoro: un capitale che nella maggior parte dei casi non si deteriora, ma migliora con l’affinamento.
Per poter sopravvivere mantenendo alta la qualità dei nostri vini che rappresentano l’Italia nel mondo proponiamo:
1) Di estendere al settore vinicolo l’attivazione degli ammassi privati, così come proposto per formaggi, burro, carni bovine, carni suine, carni ovicaprine
2) Di destinare quindi parte delle risorse che saranno impegnate per la ripartenza del comparto all’acquisto di materiali e all’affitto o alla costruzione di spazi e strutture idonee per la conservazione del vino, sfuso e/o imbottigliato, favorendone il riutilizzo al termine del periodo di emergenza in un’ottica di sostenibilità e di ampliamento della platea che potrà beneficiare delle risorse
3) Di aumentare, per le annate 2019/2020 la percentuale massima ammessa per i tagli d’annata al fine di garantire più flessibilità alle aziende e scongiurare la distillazione.
Il comunicato del 29 aprile è un po' un sunto di tutto quanto scritto nei giorni precedenti, trasformato in una sorta di petizione da firmare per aiutare le autorità a fare interventi mirati per venire incontro alle reali esigenze dei vignaioli.
La situazione dei vignaioli nell’emergenza Covid 19 |
Cari vignaioli, di fronte alla grave situazione economica italiana non è più il momento di temporeggiare, ma occorre collaborare alla ripartenza del Paese.
Vogliamo quindi rendere pubbliche le proposte che vi inviamo di seguito per trasmetterle ai decisori che, in questo momento drammatico, devono prendere decisioni vitali per la sopravvivenza del nostro settore e della nostra economia. Vi chiediamo sottoscrivere quindi al più presto tramite la form in fondo a questa pagina (per il form CLICCA QUI ) Speriamo davvero che la grande maggioranza di voi voglia supportare una iniziativa che ha l’unico obiettivo di mettere insieme la forza, la serietà e il coraggio di persone che ogni giorno si impegnano nel portare avanti le proprie aziende con sacrificio ma anche spirito di iniziativa, determinazione e fiuto imprenditoriale.
Ecco, quindi, le proposte.
AZIONE LIQUIDITÀ
Come tutti noi sappiamo, l’orizzonte temporale delle aziende agricole è di lungo periodo; una vigna nuova si rende produttiva dopo tre anni dal suo impianto e può generare reddito per oltre trent’anni. Il ciclo della trasformazione dell’uva in vino spesso non si completa in una sola campagna agraria, ma risente della durata dei processi di affinamento. Le nostre aziende sono caratterizzate da alti investimenti fondiari e bassa redditività. Le iniziative a sostegno del nostro settore, per essere realmente efficaci, devono considerare queste caratteristiche strutturali per adeguare gli interventi di sostegno all’orizzonte temporale.
Pur comprendendo il momento di grave difficoltà all’interno del quale le istituzioni italiane si stanno muovendo e la molteplicità delle istanze che vengono loro presentate da quasi tutte le attività economiche del nostro Paese, riteniamo estremamente dannoso l’annuncio o la decisione di provvedimenti senza che ci sia un impegno certo sui tempi di attuazione. Inoltre sulle misure destinate al settore agricolo ci sembra un errore la mancata considerazione dell’orizzonte temporale nel quale si muovono le aziende del settore vitivinicolo. Dati questi presupposti, richiediamo alcuni interventi urgenti a supporto della disponibilità finanziaria delle imprese dei vignaioli:
Mutui agevolati
Mutui ipotecari specificamente destinati al comparto delle aziende agricole: durata di almeno 15 anni + 2 anni di preammortamento a tassi agevolati fino ad un max del 1% incluse le spese di istruttoria.
Rinegoziazione dei mutui in essere: allineamento dei tassi di interesse all’1% con decorrenza dall’inizio dell’emergenza Covid e azzeramento degli oneri di riscatto.
Liquidità integrativa
Dal momento che, allo stato attuale, soltanto i prestiti fino a 25.000 euro, previsti dal decreto liquidità, sono entrati più o meno a regime, occorre dare impulso immediato agli ulteriori interventi introdotti dallo stesso decreto in modo che vengano con estrema rapidità emanate le direttive agli istituti di credito per l’erogazione dei finanziamenti garantiti dal fondo PMI (sia quelli fino a 800.000 euro che quelli fino a 5.000.000 euro). In questo ambito occorre improntare criteri di rigida vigilanza sul sistema bancario, con specifico riferimento ai costi di istruttoria, ai tassi di interesse, ai criteri di valutazione del merito creditizio che non possono non considerare le tensioni finanziarie generate dalla criticità del periodo emergenziale, e garantire la piena operatività di Ismea. Che sia fatta, con espresse direttive, assoluta chiarezza in ordine alle modalità di erogazione dei finanziamenti – sussistendone ovviamente le condizioni dimensionali dell’azienda ed i livelli di fatturato – per consentire alle aziende, che hanno richiesto il prestito di euro 25.000 garantito direttamente dallo Stato, il contemporaneo ricorso ai finanziamenti garantiti dal fondo PMI.
OCM, PSR e pagamenti agricoli
È necessario adottare disposizioni normative per lo sblocco immediato, da parte di AGEA e degli altri enti pagatori, di tutti i pagamenti a sostegno dei redditi agricoli ancora da erogare per le annualità precedenti al 2020, nonché per l’immediata anticipazione fino al 70% dei pagamenti relativi al 2020, con obbligo di erogazione del saldo entro il 31/12/2020. Il contesto emergenziale impone, coerentemente con la manifestata determinazione statale di intervenire a sostegno delle imprese di ogni tipo, l’adozione di linee guida orientate alla flessibilità dei programmi avviati dalle aziende in ambito OCM e PSR, anche mediante adozione di proroghe, per almeno 18 mesi, dei termini originariamente previsti per la realizzazione dei programmi stessi, nonché prevedendo la facoltà delle imprese di modificare, per sopravvenute esigenze anche dipendenti dall’attuale contesto, modifiche senza penali o invalidazione dei progetti. Apertura in tutte le Regioni di PSR investimenti straordinari, con una contribuzione del 60% e procedure molto semplificate e sburocratizzate e tempi celerissimi di anticipo e collaudo finale con erogazione dei saldi.
AZIONE QUALITÀ
Le produzioni dei vignaioli sono produzioni di eccellenza che si rivolgono al consumatore prevalentemente tramite il settore Ho.Re.Ca, in questo momento di emergenza completamente inattivo.
Destinare il prodotto vinicolo alla distillazione per la produzione di alcool a prezzi oggi quantificati in poche decine di centesimi a litro non rappresenta una soluzione ragionevole, poiché si annienterebbe il valore della produzione a fronte di prezzi di realizzazione che rappresenterebbero solo una frazione dei costi sostenuti per i processi produttivi.
È necessario, pertanto, ripensare radicalmente le misure che oggi si vorrebbero destinare alla distillazione, con la prospettiva logica di preservazione del nostro patrimonio vinicolo di eccellenza, onde valorizzarne la gestione piuttosto che la distruzione.
Lo Stato non può orientarsi all’adozione di provvedimenti cui consegua la dequalificazione di un settore produttivo di eccellenza, che rappresenta, anche nel panorama europeo ed internazionale un punto di riferimento per valore e qualità.
Occorre pertanto:
Estendere al settore vinicolo l’attivazione degli ammassi privati, così come proposto per formaggi, burro, carni bovine, carni suine, carni ovicaprine.
Destinare parte delle risorse destinate alla ripartenza del comparto all’acquisto di materiali e all’affitto o alla costruzione di spazi e strutture idonee per lo stoccaggio del vino, sfuso e/o imbottigliato, favorendo, qualora possibile, il riutilizzo di beni o strutture in disuso, in un’ottica di sostenibilità e di ampliamento della platea che potrà beneficiare delle risorse. Aumentare, per le annate 2019/2020 la percentuale massima ammessa per i tagli d’annata al fine di garantire più flessibilità alle aziende e scongiurare la distillazione. Supporto alla riduzione volontaria delle rese del 15/20% nelle DO, con erogazione entro il 31/7/2020 di quanto stabilito.
AZIONE LAVORO
Se la meccanizzazione agricola ha ridotto progressivamente il numero di addetti del settore dell’agricoltura industriale e in campo aperto, questo non accade per le nostre coltivazioni d’eccellenza. Oltretutto, la manodopera deve essere formata, per espletare lavori di una certa complessità in parziale autonomia. L’eccessiva burocratizzazione della contrattualistica di settore e la lentezza procedimentale degli enti preposti si traducono in ostacolo alla costituzione di rapporti di lavoro temporanei, imponendo all’imprenditore agricolo oneri eccessivi in dipendenza di normative di settore non coerenti con le situazioni effettive.
Occorre pertanto:
Semplificare la procedura di registrazione del personale giornaliero, rendendosi superflua l’intermediazione per l’assunzione avventizia attraverso un form dedicato. La questione si estende ai “voucher”, i cui criteri di gestione devono essere necessariamente semplificati e la platea di utilizzatori significativamente ampliata. Potenziare la disponibilità di forza lavoro per il settore agricolo mediante l’impiego di disoccupati (con evidente economia sull’erogazione del reddito di cittadinanza) con possibile defiscalizzazione, onde realizzare l’obiettivo di intervenire – con impatto finanziario irrisorio a carico dello Stato – in favore delle tante famiglie che oggi versano in gravissime difficoltà economiche e, in tal modo, contemperando in modo proficuo le esigenze del settore con quelle della solidarietà sociale. |