Il Challenge Internazionale Euposia è organizzato da The Italian Wine Journal, da Vinophila e dal quotidiano L’Adige.
All’edizione 2021 hanno partecipato 182 vini provenienti da tredici Paesi e da cinque continenti.
La giuria internazionale è stata presieduta da Giampietro Comolli, ed ha visto la partecipazione anche del nostro Mauro Giacomo Bertolli.
Metodo Classico Campione del Mondo: Franciacorta DOCG Tenuta Villa Crespia Millè 2009 blanc de blancs dei Fratelli Muratori
Italiani anche i Campioni del mondo biologico: Franciacorta DOCG Brut Nature s.a. dell’azienda 1701 ed autoctono: Eredi Legonziano, Abruzzo DOC Carmine Festa 2012, blend di passerina e pecorino.
E ancora, sempre in Italia va – per la prima volta ex aequo – il titolo di Campione del Mondo Rosé: in questo caso l’Alta Langa DOCG Gancia 1850, col Rosé brut 2016, e Francesco Bellei (MO) con la Cuvée Brut Rosé n.v. Il titolo di Campione del Mondo torna così in Italia dopo quattro anni di assenza.
Il titolo di Campione del mondo rosati biologici va al produttore francese Patrick Boudon, col Cremant di Bordeaux Rosè Brut 2016 a base cabernet franc,
mentre il titolo di campione del mondo autoctono resta in Italia, esattamente a Matera, con Egosum Rosé brut a base primitivo della Cantina Dragone.
Sei dei sette massimi riconoscimenti assegnati dalla Giuria del Challenge vanno quest’anno in Italia.
Venendo ai premi “nazionali”: va in Turchia – Vinkara, Yayasin 2016 – il titolo di Miglior metodo classico internazionale, affiancato da Motzenbacker, Germania, miglior biologico internazionale col Sauvignon blanc Brut 2017, e da Gramona, Spagna, miglior autoctono col III° Lustros 2013.
Serrata, come sempre, la competizione in Francia fra gli Champagne e i Cremant: miglior metodo classico d’Oltralpe si è classificato Champagne Ayala, Blanc de blancs 2014; miglior autoctono il Cremant di Bordeaux Patrick Boudon Semillon brut nature 2018; miglior biologico Champagne Collette Bonnet, blend di pinot noir e pinot blanc, brut s.a.
In Italia, Cesarini Sforza, col Trentodoc 1673 mill.2013, si aggiudica il titolo di Miglior metodo classico affiancato da Fattori, Lessini Durello DOC, col Brut 2013 miglior biologico e come Miglior autoctono da Colli della Murgia, VSQ IGP Puglia, Amore protetto blend di fiano e minutolo s.a.
Vanno entrambi a Montebello Vicentino i Migliori metodo classico del Veneto, un altro ex aequo che vede protagonisti: Dal Maso, Lessini Durello Riserva Pas dosè 2015, e Cecchin, Lessini Durello, Nostrum extrabrut 2016.
Nazione ospite dell’edizione 2021 del Challenge Internazionale Euposia è stata la Germania: miglior metodo classico tedesco è Raumland col Kirchenstuck 2011 blanc de noir proveniente da Dalsheim, Renania Palatinato, un Land particolarmente colpito dalle gravi alluvioni del luglio scorso.
Miglior metodo classico delle Americhe è lo spumante uruguayano Garzon , extrabrut s.a., blend di chardonnay e pinot noir proveniente dalla regione di Maldonado.
Da Stellenbosh, RSA, arriva invece il miglior Metodo classico africano: è Spier 1692 (data d’avvio della cantina) col brut 2017 a base chardonnay e pinot noir.
Molte le novità anche dall’Europa danubiana e orientale: miglior metodo classico “dell’est” è il Blanc de blancs 2016 della cantina bulgara Edoardo Miroglio.
Dal Regno Unito, nonostante la Brexit, sono arrivati diversi Merret Method che hanno sfidato i dazi di BoJo: Miglior bollicina inglese si è classificata Twenty Fifteen, chardonnay in purezza 2015, di Gusbourne.
Infine, miglior metodo classico spagnolo si è classificata Maria Rigol Ordi, col brut 2014, direttamente dal cuore della denominazione cava, Sant Sadurnì d’Anoia.
Alla 14.ma edizione del Challenge, che segue le regole del Grand Jury Européen, hanno collaborato il Comune di Castelnuovo del Garda (che ha ospitato le degustazioni e il convegno tecnico), AssoEnologi, l’Osservatorio Osve, AeroLogistik, Onaf-Verona, ErmesBotanica, WineCave, Zalto, Denk’Art e l’Ipsoa Berti di Verona.
La giuria internazionale è stata presieduta da Giampietro Comolli, la cui una impressione a caldo, appena fatti tutti i calcoli, è la seguente:
“Giuria perfetta, composta da 2 commissioni, ciascuna 4 sessioni di sedute, svolte in più giorni, locale perfetto per clima e asetticità, un servizio impeccabile dei giovani allievi della scuola. 24 giurati fra nazionali e stranieri, regolamento identico a quello del Grand Jury Européen. Su 182 vini partecipanti alla degustazione finale solo 6 hanno avuto bisogno di un riassaggio tecnico richiesto da giurati. Tutto molto blindato, degustazione senza alcuna informazione tecnica, bottiglie alla cieca. Abbiamo assaggiato vini dall’Uruguay , Turchia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Sud Africa, Alsazia, Champagne, Bourgogne, Croazia, Austria, Spagna, Argentina, Ungheria. L’Italia era rappresentata da tutte le regioni italiane, dal Trento alla Franciacorta, dall’Abruzzo alla Campania, dall’Alta Langa alla Emilia, dall’Oltrepò al Alto Adige, dalla Toscana alla Sicilia e molte etichette aziendali sparse in tutti i distretti”.
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“ Mi ha fatto molto piacere di essere stato testimone “privilegiato” come unico presidente di giuria del ritorno in Italia di un titolo, oggi, sicuramente meritato per due motivi fondamentali: l’Italia produce vini spumeggianti con fermentazione in recipienti piccoli e tappati da almeno 2000 anni quando i romani misero a regime i metodi (1)acinatico protropum e (2) aigleucos che ricalca il modello della doppia fermentazione con aggiunta di zuccheri e sciroppi come poi sembrò una invenzione nel XVII° secolo in Francia. Inoltre perché l’Italia oggi produce una enorme varietà di etichette con una crescita della qualità a passi da gigante negli ultimi 10 anni, frutto di un lavoro che iniziò con il Forum Spumanti Italia nel 2004 aperto a tutte le bollicine nazionali per un confronto pubblico, per avere il coraggio di mettersi in gioco” .
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La giuria a fine concorso
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