COMUNICATO STAMPA Riceviamo dall'Ufficio Stampa di Sana Slow Wine Fair e volentieri pubblichiamo
Sana Slow Wine Fair si apre con un’anteprima di tre convegni internazionali online il 22, 23 e 24 marzo per consentire la più ampia partecipazione possibile del pubblico e il confronto con il maggior numero di delegati dall’Italia e dall’estero. Il via ufficiale è previsto domenica 27 marzo in presenza a BolognaFiere. Ad aprire la manifestazione del vino buono, pulito e giusto un’assemblea plenaria in cui sono rielaborati in un documento unico i temi discussi durante gli incontri online, sintesi della rivoluzione nel mondo del vino che la Slow Wine Coalition desidera portare avanti. L’accesso alla parte espositiva nei tre giorni è riservato agli operatori del settore, ad esclusione della domenica pomeriggio quando la fiera è aperta a tutti gli appassionati, che potranno accedere anche lunedì e martedì, iscrivendosi a una delle 9 masterclass in programma. Una manifestazione che esce dai soliti schemi fieristici: è ambiziosa e rappresenta, anche per il settore vitivinicolo, il primo passo concreto di quella transizione ecologica che caratterizzerà i prossimi decenni. Così è stata presentata questa mattina Sana Slow Wine Fair, primo incontro internazionale della Slow Wine Coalition, in programma a Bologna dal 27 al 29 marzo 2022. Sana Slow Wine Fair nasce dal connubio tra la trentennale esperienza di BolognaFiere nel mondo del biologico con il Salone Internazionale SANA e lo storico impegno di Slow Food sui temi della biodiversità e della sostenibilità ambientale. L’evento è organizzato da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food, in partnership con FederBio e Confcommercio Ascom Bologna, il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’ICE (l’Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane). Per questo appuntamento sono state selezionate 500 cantine provenienti da 18 Paesi che, nella tre giorni bolognese, avranno l’opportunità di incontrare migliaia di operatori del settore e stringere nuove collaborazioni. All’aspetto fieristico, Sana Slow Wine Fair unisce un’impronta fortemente contenutistica: protagonista della fiera non è, genericamente, il vino, bensì un certo tipo di vino. Che sia buono, pulito e giusto, cioè che sia sostenibile dal punto di vista ambientale, la cui produzione non impatti sul paesaggio in cui si inserisce, e che sia motore di crescita economica grazie al rapporto virtuoso instaurato dalla cantina con i propri dipendenti e con le comunità con essa interagisce. «Sana Slow Wine Fair di Bologna arriva in una fase storica nella quale siamo chiamati a uno sforzo per ripartire su basi diverse rispetto a quelle dell’era pre-pandemia, sulle quali fioriscano nuove idee» ha dichiarato Carlo Petrini, presidente di Slow Food. Uno sforzo chiamato transizione, un termine che non deve spaventare: «Dobbiamo viverla come un momento di liberazione, di passaggio dal consumismo compulsivo a un consumo funzionale al rispetto dei beni comuni e dei beni relazionali».
È proprio sull’importanza delle relazioni, dell’alleanza strategica tra i diversi soggetti della filiera del vino, che si è soffermato il fondatore dell’associazione della Chiocciola: «È giunto il momento di lasciare spazio alla cooperazione e alla condivisione – ha aggiunto Petrini – perché una società fortemente competitiva non può raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica. L’appuntamento di Bologna è importante perché non riguarda solo i produttori, ma coinvolge anche i cittadini, che del vino sono appassionati e consumatori, e il mondo della distribuzione: insieme, perché il bene comune riguarda l’interesse di tutti». «Sana Slow Wine Fair sarà la nostra Terra Madre del vino» gli ha fatto eco Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition. «Sarà la prima occasione per i delegati, provenienti da tutte le regioni d’Italia e da 18 Paesi del mondo, per condividere esperienze e princìpi, visioni comuni e prospettive. A Bologna si rafforzeranno anche legami commerciali tra tutte quelle persone impegnate a rivoluzionare un comparto, quello del vino, che deve spiccare il volo non solo dal punto di vista dell’immagine, ma anche e soprattutto per quanto riguarda la consapevolezza della propria importanza ambientale». Alla conferenza stampa ha preso parte anche Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, secondo cui «ci sono cose che non si possono misurare con i dati: penso al valore sociale delle osterie o al vino, che non è soltanto Pil o un prodotto da piazzare sul mercato, ma cultura». Gianpiero Calzolari, Presidente BolognaFiere Spa ha espresso soddisfazione per la nascita di una nuova fiera «che parte con grandissime ambizioni e un bagaglio di valori innovativi che vedono protagonista BolognaFiere», sottolineando inoltre l’importanza della partnership con FederBio e Slow Food, «protagonista da oltre trent’anni delle riflessioni sulle strade che l’agricoltura deve prendere». «Il vino può essere un profondo motore di cambiamento – ha aggiunto Domenico Lunghi, Direttore Business Unit BolognaFiere Spa – e siamo sicuri del fatto che le cantine selezionate abbiano caratteristiche uniche. Non soltanto la capacità di produrre un buon vino, ma anche il loro essere sostenibili sotto l’aspetto ambientale, paesaggistico e sociale». Per Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio, «con questa iniziativa si rafforza la collaborazione con Slow Food sancita dal Protocollo firmato due anni fa insieme a BolognaFiere. I tre pilastri del Manifesto Slow Food per il vino buono pulito e giusto – sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne –, sottoscritto anche da FederBio, rappresentano il fondamento del vino biologico che unisce al valore dell'identità territoriale delle denominazioni d'origine del nostro Paese quello del rispetto dell'ambiente, della biodiversità e della salute, con l'unico logo certificato dall'Unione Europea che premia il lavoro di tanti produttori riscontrando un sempre maggior spazio di mercato». Daniele Ara, assessore all’Agricoltura e Agroalimentare del Comune di Bologna, ha invece sottolineato la volontà del capoluogo emiliano di avere «una food policy, di puntare sull’educazione alimentare, evidenziando il legame con il territorio per una ripresa economica e turistica. Manifestazioni come questa, oltre all’aspetto economico, trasmettono valori che la città di Bologna sposa in pieno: riconversione ecologica, il modo in cui produciamo, acquistiamo e consumiamo». «Questa manifestazione è il punto di partenza di un lavoro da sviluppare nei prossimi anni - ha commentato Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna, sottolineando l’interesse che molti loro soci hanno attribuito all’evento. |