Italia del Vino - Expo 2015
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Rosaria Benedetti ad Amarone Opera Prima 2017 per italiadelvino

Una selezione di assaggi del millesimo 2017 della bravissima sommelier e degustatrice trentina (Data pubblicazione 28-06-2022)

Rosaria Benedetti ad Amarone Opera Prima 2017 per italiadelvino


Il desiderio e l’interesse di alzare ufficialmente il sipario per presentare il Millesimo 2017 dell’amarone ha avuto la meglio su una collocazione temporale, il mese di giugno, che poteva sembrare poco adeguata alla degustazione di un vino che porta mediamente 15/16 gradi alcool e anche più.
Scommessa vinta da parte del Consorzio Vini della Valpolicella!

L’effetto Amarone Opera Prima, con coinvolgimento della proposta di Aida in Arena ha virtualmente e per qualcuno anche fisicamente, contestualizzato la degustazione nella performance musicale, suggellando un patto di marketing dell’effetto risonante ed ha avuto il pregio di fare da riflesso al consolidato movimento di modernizzazione dell’Amarone stesso, vino che oggi, a detta di molti produttori, si presenterà con bevibilità più dinamiche e coinvolgenti, lasciando solamente ad alcune tradizionali interpretazioni il compito di rappresentare gli Amaroni potenti ed esclusivi.

Amarone per tutti quindi così come in Arena è per tutti l’approccio al patrimonio della grande musica lirica. Un patto questo tra l’anfiteatro, il vino e la città che ri-suggella le riuscite strategie di mercato di Verona mirate al miglior coinvolgimento possibile delle produzioni locali nel tessuto urbano e turistico.

Alla Gran Guardia, forse anche proprio a causa dei 37 gradi all’ombra di Piazza Bra, non si sono dovute conquistare a colpi di sbracciate le postazioni di degustazione agli stand dei produttori e questo ha fatto bene soprattutto al vino, proposto tra l’altro con temperature perfette, ai suoi racconti e ad una atmosfera piacevolmente rilassata nella quale trasferirsi emotivamente da un sorso all’altro.

Effetto Amarone Opera Prima anche nei calici delle aziende visitate dunque ed è qui inutile ripetere la percezione precisa di una svolta definitiva e di un positivo rinnovamento delle proposte.

I più dichiaratamente modernisti Santa Sofia, Pasqua vigneti e cantine, Rocca Sveva e Domini Veneti affermano senza mezzi termini di voler fare un Amarone vivace e sottile richiamando una bevibilità dalla portata soprattutto gastronomica dove il secondo e il terzo bicchiere non siano difficili da gustare. Questo senza nulla togliere al perfetto equilibrio e alla tipicità di vini che trovano nelle consuete sensazioni di frutta sottospirito e mora matura, nella freschezza, nella speziatura e nel finale piacevolmente ammandorlato, i tradizionali massimi comuni denominatori. A certificare questa tendenza ormai consolidata anche le loro Riserve che propongono sorsi più austeri ma ugualmente freschi nei quali la trama tannica ben integrata rafforza l’eleganza.


  


Santa Sofia



Pasqua vigneti e cantine





Rocca Sveva


Domini Veneti

Come sempre accuratissima la proposta di Valentina Cubi, con vini solidi e soprattutto coerenti e costanti, per i quali i terreni e la lunga permanenza in legno fanno la differenza. Sono moderni quanto basta per rimanere varietali, ma sono anche freschi, eleganti e fruttati. Il suo Morar 2017, da botte, è un vino molto scorrevole con una speziatura intrigante che ben si armonizza con le note di marasca sottospirito e il guizzo vanigliato che non è mai invadente. Lo ha accompagnato un 2012 spettacolare per freschezza e profondità gustativa, testimone perfetto che la longevità di questi amaroni può essere davvero leggendaria.

Una conferma anche da Secondo Marco, che presenta un 2017 dai vigneti di Fumane molto verticale e asciutto, nel quale l’incontro tra frutto e legno origina un sorso dall’impatto moderno e dinamico. La trama tannica ancora vivace ed una acidità ben espressa promettono lunga vita, testimoniata, se ve ne fosse la necessità, dal fratello 2013, un vino che non cede a morbidezze grazie al suo tessuto affilato. Qui il trascorrere del tempo ha raffinato il sorso lasciando affiorare una piacevole speziatura.


 


Valentina Cubi


Secondo Marco

I terreni calcarei della Valpantena segnano la personalità degli amaroni di Bertani e dell’azienda La Collina dei Ciliegi. Per la prima, il gioco di scambio tra note di marasca e slanci di pepe nero lascia lentamente spazio al ventaglio di profumi terziari con tabacco, vaniglia e ricordi di cacao; il ritorno della scia fruttata è delegato al lungo retrogusto.  Per l’Amarone quasi “d’altura” di Massimo Gianolli la cifra interpretativa è sicuramente la verticalità. L’intensità del gusto si rafforza via via con belle percezioni di confettura di piccoli frutti, tabacco e grafite ma la freschezza non cede e porta il palato a richiedere un altro calice.


 


Bertani



La Collina dei Ciliegi


Anche per Terre di Leone il millesimo in anteprima è accompagnato dal fratello maggiore 2012 a ribadire il concetto che i lunghi invecchiamenti concessi ai vini dalla struttura così solida muta le percezioni sensoriali amplificandone l’innata grande eleganza. Il 2017 si esprime con grade coerenza: colore fitto, olfatto con aperture fruttate, note di chiodo di garofano e slanci di china e grafite, beva freschissima con ritorno della marasca e delle note chinate. Il 2012 ne è la raffinata evoluzione, più austero ma non per questo meno espressivo: intatta la freschezza, il sorso si è fatto più avvolgente, la trama tannica armonica, la bocca si riempie di diffusa balsamicità.

Unici i vini di Falezze! La pietra vulcanica sulla quale sorgono i 5 ettari dell’Azienda a Mezzane unitamente al tocco della varietà rondinella, ne fanno davvero amaroni sorprendenti. Se aggiungiamo quel pizzico di vena artistica ben espressa nelle esclusive etichette dell’annata 2012, mille bottiglie con mille cavalli diversi, la sorpresa è garantita! Un “piccolo mondo antico” dove la tradizione convive fruttuosamente con l’impostazione moderna dell’Azienda. Il 2017 è un vino complesso, ricco di sfumature speziate che ben si intersecano con le tradizionali note di macerazione; fitto il colore ma anche il sorso, lunghissimo, con ritorni di cannella, chiodi di garofano e pepe. Grande ed elegantissimo, non solo per le etichette il Riserva 2012 da vigne di 80 anni.


 


Terre di Leone



Falezze di Luca Anselmi


Rosaria Benedetti



Chi è Rosaria Benedetti
Trentinissima, roveretana di nascita e passione, laureata in Lingue e letterature straniere moderne, ha lasciato la scuola nel 1997, in tempo per disegnare altri progetti. Alterna la gestione di un piccolo B&B di famiglia sul Lago di Garda alla sua grande passione, il Vino. Sommelier professionista  e Docente, Degustatore ufficiale e referente per il Trentino della Guida VITAE dalla sua prima edizione al 2018 e dal 2007 per la Guida Vini Buoni d’Italia, attiva in Trentino come Vicepresidente AIS fino al maggio 2018, collabora con le Istituzioni territoriali TrentoDoc, Consorzio Vini del Trentino,  Accademia d’Impresa. E' attualmente Vicedelegata delle Donne del Vino del Trentino Alto Adige.

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