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La cantina Sabaini torna ad Amarone Opera Prima con l’annata 2020

La cantina Sabaini è stata una delle più interessanti novità della scorsa edizione di Amarone Opera Prima, alla quale si presentava per la prima volta, ovvero l’anteprima dell’Amarone organizzata ogni anno dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella tra fine gennaio ed inizio febbraio

La cantina Sabaini torna ad Amarone Opera Prima con l’annata 2020
La cantina Sabaini è stata una delle più interessanti novità della scorsa edizione di Amarone Opera Prima, alla quale si presentava per la prima volta, ovvero l’anteprima dell’Amarone organizzata ogni anno dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella tra fine gennaio ed inizio febbraio.

Lo scorso anno l’annata presentata in anteprima era il 2019, con la possibilità di far assaggiare anche un’annata precedente: nel caso di Sabaini era il 2018. Come ogni anno ho assaggiato con i miei collaboratori i campioni delle varie aziende alla cieca nella sala riservata alla stampa, e qui è successa una cosa decisamente curiosa e per me insolita, ovvero che tra i campioni risultati decisamente più interessanti ce ne fosse uno di un’azienda per me totalmente sconosciuta, e sto parlando proprio di Sabaini.

Per questo motivo come apertura di italiadelvino ad Amarone Opera Prima 2025 voglio andare a riprendere quanto scritto lo scorso anno sulle mie degustazioni dei due amaroni di Sabaini e la successiva chiacchierata con Riccardo Sabaini per iniziare a conoscere l’azienda.


AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG 2019
I vitigni
Corvina 40%, Corvinone 35%, Rondinella 20% e Oseleta 5%
I vigneti
Vigneti del Monte Castello d’Illasi e Monte Tomelon in Val d’Illasi.
Altitudine 250-460 m s.l.m., esposizione Nord-Est, Sud. Suolo calcareo con presenza di tufo e  marna.
Sistema di allevamento: pergola veronese e guyot.
Produzione in vigna di circa 80 q/ha.
La vendemmia
Vendemmia manuale selezionando i grappoli migliori nel mese di ottobre, al raggiungimento della perfetta maturazione fenolica.
L’uva viene depositata in plateaux e lasciata appassire per favorire la concentrazione di zuccheri, aromi, estratti e glicerina.
La vinificazione
Appassimento delle uve per 4-5 mesi e successiva fermentazione sulle bucce con macerazione di 3-4 settimane.
La maturazione e l'affinamento
Maturazione in botti e barrique di rovere francese per 18-24 mesi e successivo affinamento in acciaio.
La degustazione
Nel bicchiere si presenta di colore rosso rubino, con appena accennate sfumature granato.
Al naso intense note di piccoli frutti rossi e neri, anche sotto spirito. Protagonisti i sentori di cuoio, tabacco dolce, noce moscata, chiodo di garofano, caffè, le note chinate ed una decisa striatura balsamica.
Al sorso è morbido ed elegante, caldo ed avvolgente, quasi succoso, di corpo e struttura, come si confà alla tipologia. Decisamente persistente, dalla chiusura piacevolmente imponente.
Gli abbinamenti
Il classico brasato e i formaggi stagionati, anche se io da anni consiglio un altro tipo di abbinamento: la giusta compagnia.
Mi spiego meglio: alcuni vini sono dotati di tale personalità che quello che conta non è quello che si mangia ma la persona (o persone) con cui si condivide l'esperienza, quindi più che il giusto cibo il giusto brindisi.

AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG 2018
Procedendo per confronto con l'annata 2019, tutti i punti affrontati risultano pressocchè identici.
Qualche differenza la troviamo in degustazione, si sa che ogni annata vive di vita propria.
La degustazione differenziale rispetto al 2019
Nel bicchiere si presenta di colore rosso rubino, appena meno intenso, sfumature granato lievemente più evidenti.
Al naso è maggiore l'intensità dei piccoli frutti sotto spirito, così come della parte balsamica. Protagonisti cannella, cuoio e chiodo di garofano.
Al sorso è ancora più morbido e caldo, direi vellutato e quasi sensuale.

  

Dopo la degustazione alla cieca sono andato a conoscere, alla loro postazione, le persone dell’azienda, ed in particolare Riccardo Sabaini, figlio del titolare, Adolfo, che mi racconta molte cose interessanti, di cui qui farò un sunto, in attesa di approfondirle in un prossimo articolo.

L’azienda si trova in Val d’Illasi, ultima vallata della Valpolicella e prima della denominazione Soave, per cui produzione sia di vini rossi sia di vini bianchi.
La cantina possiede 110 ettari nella vallata.
La produzione è attualmente di circa 100.000 bottiglie.

C’è un’evidente discrepanza tra il numero degli ettari ed il numero delle bottiglie, ma Riccardo mi spiega tutto: la famiglia Sabaini si occupa da SEMPRE, almeno 5 generazioni, di agricoltura e produzione di uva prima e di vino poi, ma vino sfuso per altre aziende, per imbottigliatori.

Adolfo, il papà, è ben consapevole della qualità dei vini prodotti e vuole entrare anche nel mercato del vino in bottiglia, ma per farlo aspetta l’ingresso in azienda dei due giovani figli, Riccardo ed Alberto, tra 60 giorni arriverà la laurea in enologia, per affidare a loro l’importante progetto.



E questo spiega perché mi sia piaciuto così tanto il loro amarone, alla prima esperienza ad Amarone Opera Prima: azienda nuova, ma solo sulla carta, in realtà c’erano decenni e generazioni d’esperienza. Impossibile, o quasi fare un vino così buono al primo tentativo!

E poi vi è un altro importante valore aggiunto: ogni anno i 2 fratelli, Riccardo ed Alberto, possono scegliere tra tantissime partite diverse l’uva migliore per le bottiglie a marchio Sabaini, altra garanzia di qualità.

Non mi dilungo oltre perché sto salendo in auto con il mio staff per andare ad Amarone Opera Prima 2025.

Mauro Giacomo Bertolli



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Palmento Costanzo
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