2014-03-07 Disciplinare Valcalepio DOC
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Il territorio della provincia di Bergamo rimane equamente diviso fra la montagna, con le sue valli ed i fiumi che le hanno originate e la pianura che si allarga fino al confine con Cremona. La Valcalepio rappresenta la fascia pedemontana di questo territorio, compresa fra i fiumi Adda e Oglio per un’estensione di circa 70 chilometri. Queste colline raggiungono pendenze a volte proibitive per le coltivazioni ma sanno trasmettere ai vini caratteristiche uniche di sapidità, struttura e personalità. In questa fascia lunga e stretta troviamo circa 800 ettari di vigneto e qualche decina di ettari di oliveto, residui di una maggiore estensione ma baluardo di una tradizione che il contadino bergamasco va difendendo con coraggio e passione.
STORIA
Il Valcalepio ha rappresentato sicuramente la rinascita dell’enologia in terra bergamasca. Mentre negli anni dell’industrializzazione selvaggia l’abbandono dei terreni collinari sembrava inarrestabile, verso la metà degli anni settanta si trovavano le forze per porre le prime basi per una nuova, grande, avventura del vino del Colleoni.
Il fulcro di questo progetto è stato rappresentato dalla Cantina Sociale Bergamasca che, in quegli anni, ha iniziato una nutrita serie di vinificazioni sperimentali con vitigni autoctoni e vitigni miglioratori, fino ad arrivare alla scelta di due tipologie per le quali richiedere la DOC.
Rimane quindi indelebile per i viticoltori bergamaschi il 1976, anno in cui si ottenne il decreto che sancisce ufficialmente la Denominazione di Origine Controllata Valcalepio nelle due tipologie: rosso e bianco.
Per quell’epoca la scelta era decisamente coraggiosa: il rosso univa due vitigni importanti, Merlot e Cabernet, mentre per il bianco veniva codificato l’impiego di Pinot bianco e Pinot grigio. La struttura agricola nella bergamasca era in decisa evoluzione: si passava dalla mezzadria alla conduzione diretta e tante piccole realtà produttive emergevano e si affermavano in un contesto del consumo del vino in rapida evoluzione.
Nel 1993 si intuisce l’importanza di dare un nuovo impulso all’innovazione e di codificarla nella DOC: ecco quindi la modifica al disciplinare con l’avvento di una nuova tipologia di rosso, la Riserva, caratterizzata da un invecchiamento più accentuato. Nel nuovo disciplinare si è inoltre data maggiore dignità alle varietà autoctone con l’introduzione della tipologia Moscato Passito.
Il resto è cronaca che, tra gli eventi più importanti, porta a perseguire e a ottenere, primi in Italia, la certificazione di prodotto. La passione e il pragmatismo tipico bergamasco si fondono in questo progetto, che inizia con una poderosa indagine di verifica delle attese del consumatore, volto a dare al bevitore saggio maggiore soddisfazione e la sicurezza nella scelta. Così, redatto un rigoroso disciplinare basato sulle caratteristiche organolettiche dei Valcalepio, istituito un gruppo di giudici esperti che agiscono secondo le norme scientifiche dell’analisi sensoriale, viene chiamato un ente terzo operante secondo le norme Iso a garantire la perfetta rispondenza tra qualità promessa e qualità erogata.
ESTENSIONE
La zona di produzione del Valcalepio è compresa nella fascia collinare che va dal lago di Como al lago di Iseo e, per l’esattezza, coinvolge l’intero territorio amministrativo dei comuni di: Villongo, Credaro, Gandosso, Cenate Sotto, Carobbio degli Angeli, San Paolo d’Argon, Torre de Roveri, Villa di Serio, Ranica, Entratico e parte dei comuni di: Predore, Sarnico, Viadanica, Adrara San Martino, Adrara San Rocco, Foresto Sparso, Castelli Calepio, Grumello del Monte, Telgate, Bolgare, Chiuduno, Gorlago, Zandobbio, Trescore Balneario, Luzzana, Cenate Sopra, Costa Mezzate, Montello, Bagnatica, Brusaporto, Seriate, Albano Sant’Alessandro, Scanzorosciate, Nembro, Alzano Lombardo, Torre Boldone, Bergamo, Ponteranica, Sorisole, Almenno S.S., Almenno S.B., Villa d’Almè Paladina, Valbrembo, Mozzo, Curno, Palazzago, Pontida, Barzana, Mapello, Villa d’Adda, Carvico, Sotto il Monte Giovanni XXIII. |